Morta schiacciata da una palma, l’agronomo: “Chi la monitorava doveva capire il problema”
Genova. Andava sottoposta a un “monitoraggio costante“ la palma crollata ieri in piazza Paolo da Novi, nel quartiere della Foce, spezzando la vita della 57enne Francesca Testino. E “se è vero che era monitorata, chi la monitorava doveva capire che aveva qualche problema“. È quanto sostiene Marco Corzetto, agronomo e docente dell’istituto Marsano di Genova.
Quella palma, inclinata da almeno 15 anni come dimostrano le foto online di Google Street View, non era passata inosservata. Diversi allarmi erano stati lanciati dai commercianti della zona e da semplici cittadini su Facebook, anche con segnalazioni alla polizia locale. Le foto inviate alla redazione di Genova24 dalla nostra lettrice M.G. (in copertina) mostrano la situazione al 28 ottobre 2023, un anno e mezzo fa: la pianta risulta visibilmente protesa verso la piazza e il tronco appare privo di corteccia alla base. Sull’aiuola era stato posizionato un telo scuro.
Aster, in una nota diffusa nella serata di ieri, ha spiegato che “da anni l’azienda operava un attento monitoraggio della pianta attraverso gli strumenti disponibili per valutare eventuali segnali di cedimento. L’ultimo rilevamento era avvenuto il 20 settembre 2024 e non aveva manifestato alcun indice di pericolo“. I tecnici dell’azienda sono “al lavoro per accertare le cause del crollo”.
Ma si poteva prevedere un cedimento a breve termine? “La palma è l’unica pianta che non può essere analizzata con strumenti – risponde Corzetto -. Si poteva supporre che vi fosse rischio di caduta? Bisognerebbe conoscere il decorso della pianta, che ovviamente io non conosco. Quando ha un apparato radicale non funzionale, una pianta vegeta poco, ha problemi di qualche tipo. La palma è la pianta con l’apparato radicale più importante: si sviluppa per un metro di profondità e per decine di metri di estensione. Andando a controllare intorno alla palma, si sarebbe potuto immaginare che non aveva un apparato radicale”.
E come si effettua il monitoraggio in assenza di strumenti specifici? “Era opportuno andare a scavare intorno con una zappetta per capire come si estendeva l’apparato radicale. Se le radici sono sane, non si riesce a piantare nemmeno uno spillo. E poi, si doveva capire se la pianta dava segni di vigoria vegetativa: cresceva o non cresceva? Metteva foglie o no? Lo sviluppo era stentato? Allora era tutto supponibile, ma le incognite sono veramente tante”. Di certo, valutando le drammatiche immagini successive al crollo, emerge un dato: “Quella pianta non aveva più radici. Se era monitorata, allora possono esserci responsabilità“.
La scopertura del tronco alla base, secondo l’agronomo, non è di per sé un’anomalia: “Le palme sono piante che vivono nei deserti dove ci sono spostamenti di dune, emettono radici anche sul tronco. Semmai il problema è legato all’inclinazione: quella avrebbe dovuto far suonare un campanello d’allarme. In quella situazione, in quel luogo, forse andava controllata bene, con un monitoraggio minuzioso. Sono cose che andrebbero fatte sistematicamente”.
Se i tecnici di Aster abbiano eseguito o meno tutti i test opportuni, con quali modalità e con quale frequenza, non si può evincere dalla brevissima comunicazione diffusa dall’azienda, i cui vertici al momento non rilasciano dichiarazioni. Questi interrogativi, probabilmente, saranno alla base dell’inchiesta della Procura di Genova che ha aperto un fascicolo per omicidio colposo, per ora a carico di ignoti. Sarà in quella sede che si accerteranno responsabilità ed eventuali mancanze.
“È stato uno choc per tutti, non ci risultano segnalazioni recenti”, ha commentato la presidente del Municipio Medio Levante Anna Palmieri. In realtà, da uno scambio di commenti sui social di quattro anni fa, emerge che Tiziana Notarnicola, allora assessora municipale nella giunta Vesco e attuale consigliera comunale, aveva chiesto una verifica all’area tecnica competente del Comune di Genova. La risposta non è nota, ma di certo – anche per testimonianza diretta degli esercenti di piazza Paolo da Novi – quella palma da anni era oggetto di attenzione da parte di chi ha la responsabilità del verde cittadino.
Francesca Testino abitava nelle vicinanze, in via Giovanni Tomaso Invrea, insieme all’anziana madre. Non era sposata, ma aveva una sorella e una nipotina che adorava. Lavorava come formatrice in un centro per l’impiego della Regione. Per la sua famiglia sono arrivate note di cordoglio da tutta la politica genovese, e non solo dalle cariche istituzionali, oltre che dalla Uil, sindacato cui era iscritta. In segno di rispetto è stato annullato l’evento elettorale previsto oggi in via Ceccardi con Piciocchi e Cavo, e proprio la deputata e candidata vicesindaca ha proposto di valutare una giornata di lutto cittadino.