Morta per salvarsi da rogo a Milano, pm chiede il carcere
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Al compagno è stata contestata anche l’aggravante della crudeltà
La pm di Milano Maura Ripamonti ha inoltrato stamani alla gip
Anna Calabi la richiesta di convalida del fermo e di custodia
cautelare in carcere per Micahel Pereira, il 45enne accusato
dell’omicidio della compagna Sueli Leal Barbosa, precipitata dal
quarto piano nella notte tra il 4 e il 5 giugno, dopo essere
stata intrappolata tra le fiamme nel suo appartamento in viale
Abruzzi 64.
Oltre all’aggravante del rapporto di convivenza, all’uomo
viene contestata anche quella della “crudeltà”, per un delitto
in cui, peraltro, ci sarebbe stato anche “un minimo di
pianificazione”.
Stando alle indagini della Squadra Mobile e del Nucleo
investigativo antincendio dei vigili del fuoco, Pereira avrebbe
infatti appiccato il rogo nel bilocale tramite l’utilizzo di
sostanze acceleranti in almeno due punti differenti, per poi
chiudere la donna all’interno e andare al bar a bere una birra.
Nel tentativo di salvarsi, Sueli si è lanciata dal balcone ed è
morta poco dopo l’arrivo in ospedale.
L’uomo, sentito dalla pm e dagli investigatori, ha ammesso
parzialmente la propria responsabilità, spiegando di aver
gettato un mozzicone di sigaretta sul tappeto per fare un
“dispetto” alla compagna dopo una lite. Una versione
incompatibile con quanto emerso dagli accertamenti.
L’interrogatorio di Pereira, difeso dall’avvocata Anna
Attard, dovrebbe essere fissato per domani.
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