Società

Morta Clio Napolitano, 60 anni insieme a Giorgio

È cresciuta a pane e politica Clio Bittoni in Napolitano, morta a 89 anni in questo 10 settembre, ma se di Franca Ciampi si ricordano le battute fulminanti, della moglie di Giorgio Napolitano è sempre emersa la discrezione, pur nella presenza accanto al marito, l’indipendenza e la volontà di non volere privilegi. Fece la fila e insistette per pagare per vedere una mostra su Vermeer nel settembre del 2012 alle Scuderie del Quirinale a Roma, praticamente a casa sua. Era, in quel momento, moglie del Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, morto il 22 settembre 2023 a98 anni, la First Lady italiana.

Nata Clio Maria Bittoni, a Chiaravalle, nelle Marche il 10 novembre 1934. Ha il nome della musa della storia, dalla figlia di una compagna di confino dei suoi, e Maria messo all’ultimo dai nonni al battesimo. Ovvio dire che è cresciuta con la politica già in casa. Studia al liceo classico a Jesi e poi si laurea in giurisprudenza all’Università Federico II di Napoli. Qui conosce il futuro marito che ritroverà a Roma dove lui ha preso la via della politica, lei quella dell’avvocatura. Si è sposata nel 1959, con rito civile al Campidoglio, come facevano i funzionari del Partito Comunista. Due figli, Giovanni, nato nel 1961, e Giulio, del 1969. Ha due nipoti: Sofia (nata nel 1997) e Simone (nato nel 1999), figli di Giovanni e di Darlene Tymo.

«Non avrei mai potuto sposare un uomo che, in linea generale, non la pensasse come me. Non ho mai dovuto combattere per tenermelo, e dove andava? Non ho mai pensato che la nostra fosse una unione destinata a non durare, abbiamo sempre avuto una vita familiare molto intima, ad esempio abbiamo sempre lavorato nella stessa stanza, a lui non dà noia se, mentre sta scrivendo, io parlo al telefono con qualcuno». Lo ha raccontato al Paola Severini per il libro Le mogli della Repubblica.

Sceglie di non battezzare i figli e quando il più piccolo è impaurito dall’angelo custode va a parlare con la maestra. «Quando andava alla materna aveva il terrore dell’angelo custode perché la maestra gli diceva che gli stava sempre alle spalle e, di notte, addirittura sotto il letto. E lui la sera, prima di andare a dormire, mi chiedeva di guardare se lì sotto c’era qualcuno. Andai a scuola e parlai con l’insegnante, le dissi di non incutere paura al bambino quando spiegava la religione e quella mi rispose: perché, siete ebrei? Che si potesse fare una scelta laica era un’opzione che non veniva neanche contemplata».

Esperta di diritto del lavoro, ha seguito diverse cause per braccianti agricoli. Si racconta che, una volta, accanto al marito a una manifestazione del partito, lui venne indicato come «il marito dell’avvocato nostro». Per anni ha lavorato nell’ufficio legislativo della Lega delle Cooperative. Ha lasciato questo incarico nel 1992 quando il marito è stato eletto presidente della Camera. «Lasciai perché mi sembrava inopportuno rimanere, essendo le mie controparti le commissioni parlamentari, la presidenza del Consiglio e altri organismi istituzionali. Ecco, forse in questo senso Giorgio ha influenzato la realizzazione di un percorso professionale».

Anche negli anni al Quirinale ha sempre tenuto aperta la casa di vicolo dei Serpenti, nel rione Monti. E anche al Quirinale faceva vita autonoma, tanto da essere investita da un’auto un giorno, appena uscita per fare una passeggiata. Nel Palazzo stava alla Panetteria, uno dei lati del Quirinale. La signora Napolitano, nove anni meno del marito, è sempre stata quella del confronto, anche urlato, rispetto al marito pacato e metodico. Il difetto del marito? La pignoleria. Le gioie condivise sono invece il cinema, il teatro, la musica. Ha sempre seguito il marito quando era necessario essere First Lady. Spesso indossando giacche Raffaella Curiel, colori chiari, tagli morbidi e lunghi. I gioielli preferiti, quelli antichi. Il vizio? Qualche sigaretta. Gli ideali sempre rimasti forti, su tutti quello della difesa delle donne.


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