Cultura

Morrissey – Live @ Anfiteatro Del Vittoriale (Gardone Riviera, 23/07/2025)

Credit: Davide Mombelli

Chi l’avrebbe mai raccontato che Moz, dopo le ultime scorribande romane, sarebbe tornato nuovamente in Italia.

In più, le tante cancellazioni di questo tour europeo, con motivazioni più o meno plausibili, o comunque poco verificabili, non c’è dubbio, che abbiano fatto temere al peggio anche per questo sbarco nel nostro paese.

Al contrario il tour è partito con il piede giusto.

Certo della sua icona intoccabile e padre spirituale del brit pop per eccellenza, rimane tutt’ora la ragione per cui molti di noi amino così tanto quel modo di fare tipico di chi nasce e cresce oltremanica.

Gli Smiths sono il gruppo dell’assoluto, soprattutto, ragionevolmente, per alcune sonorità, forse, senza fare chissà quali proclami, la cosa di genere migliore mai esistita e quasi impossibile da replicare.

Io comunque sposo totalmente anche la carriera del Morrissey solista, che ha regalato pietre miliari, indubbiamente importanti sotto diversi punti di vista, toccando vette auliche e non era certo facile dopo le evoluzioni della band di Manchester.

Grandi canzoni, la solita verve da primadonna, che, diciamolo, non sprizza simpatia incondizionata, ma la consapevolezza di offrire perle esistenziali.

Gli ultimi dischi magari risultano meno ficcanti di quelli del primo periodo, probabilmente, anzi sicuramente, il meglio è stato dato, però anche le nuove composizioni, preferite a canzoni incredibili non menzionate, pur sapendo di perdere in partenza, si difendono ugualmente all’interno di una setlist che, nonostante tutto, regala soddisfazioni. E’ chiaro che la voglia di sentire un brano piuttosto che un altro ci farebbe perdere ore in richieste da jukebox, però rispettando l’artista e il suo momento storico, attraverso le scelte fatte, mi ritengo comunque soddisfatto.

Certo, a voler essere sinceri fino in fondo, non capisco, a volte, come mai i cantanti non optino per accontentare i fan, del resto l’artista stesso esiste, se esiste il suo pubblico, quindi scaletta buona, ma potrei togliere almeno quindici brani ed inserirne una trentina surclassanti a loro volta. Non è un concerto degli Smiths, è verissimo, però ci sono canzoni che gridano vendetta per non essere mai suonate, peccato per noi pubblico, ecco. Da contraltare, Johnny Marr, per quanto abbia avuto una carriera solista, neanche paragonabile, risulta essere assolutamente più generarono da questo punto di vista, considerazione che, ovviamente, lascia il tempo che trova.

Piuttosto, tornando al padrone di casa di questa sera, credo che, comunque, potrebbe cantare qualsiasi cosa rendendola imperdibile, dono di pochi, solo di certi fuoriclasse.

Concerto rigorosamente sold out e probabile, senza nulla togliere al resto della programmazione, punta di diamante degli eventi del cartellone di quest’anno di Tener-a-mente. Tante cose preziose, ma forse il concerto dell’ex cantante degli Smiths, visto anche le numerose premesse da montagne russe, penso sia l’appuntamento clou di un’edizione quasi irripetibile.

Venendo al concerto in sé, fortunatamente è andato tutto per il meglio e visto il personaggio era ragionevole non dire nulla prima, ma nemmeno durante. E invece questo debutto italico, ha lasciato il segno. Band rodata e camaleontica nel supportare Morrissey, concerto che durerà un’ora e mezza precisa, che non è ne’ tanto ne’ poco, a volte è il timing perfetto, stasera avrei comodamente gradito minutaggi springstiniani senza battere ciglio.

Poi nessuna sorpresa, un repertorio che anche nelle scelte meno popolari, sotterra gran parte della musica inglese e quindi qualsiasi repertorio appunto con quella voce lì, farà sempre la differenza in ogni situazione, se poi ci aggiungiamo il buonumore regnante di questa prima data, cos’altro volere di più. I pezzi smithiani, alla fine, saranno cinque e tutto sommato possiamo accontentarci, ah pure una “Please please please Let me get what I want” inaspettata e da brividi, ma come non poteva essere altrimenti.

Pescata anche una “All the Lazy Dikes” da “you are the quarry”, disco di grande spessore, invecchiato benissimo, che riporto’ Moz ai piani alti nei controversi anni zero, e oggi dischi così ne escono un gran pochi.

Un concerto a cui ripensare, non tanto per l’esecuzione in sé, che conferma tutte le aspettative del caso, ma per aver visto comunque uno delle icone più importanti di sempre, capace, senza se e senza ma, di rivoltare come un calzino il pop del Regno Unito ad una ventina d’anni dai Beatles.

Come dire: leggenda.


Source link

articoli Correlati

Back to top button
Translate »