Cultura

Morrissey: “La libertà di parola in Inghilterra è criminalizzata”

Torniamo al lontano 2021, Morrissey annunciava un nuovo album prodotto da Andrew Watt, intitolato “Bonfire Of Teenagers”, e lo definiva “il miglior album della mia vita“. Quel disco non è ancora uscito e Morrissey ha sempre avuto le idee chiare sul perché. Morrissey si è poi separato dalla Capitol, l’etichetta che avrebbe dovuto pubblicare “Bonfire Of Teenagers”, nel 2022. L’anno scorso ha accusato il presidente e amministratore delegato di Capitol Music Group Michelle Jubelirer di aver cercato di distruggere la sua carriera. Qualche mese fa, Morrissey aveva dichiarato che l’etichetta non avrebbe pubblicato l’LP a causa della title track, che fa riferimento all’attacco terroristico del 2017 al concerto di Ariana Grande a Manchester. Ora, in occasione di un recente concerto nel New Jersey, Morrissey ha ripreso in mano il discoro.

La scorsa settimana, infatti, Morrissey si è esibito al New Jersey Performing Arts Center di Newark. Secondo l’Asbury Park Press, il cantante avrebbe detto ai presenti che le etichette non pubblicheranno più la sua musica perché la libertà di parola è stata “criminalizzata” nel Regno Unito. Ecco cosa ha detto:

Come sapete, nessuno pubblicherà più la mia musica. Lo sapete perché sono uno dei principali esponenti della libertà di parola che, almeno in Inghilterra, ora è criminalizzata. Non si può parlare liberamente in Inghilterra. Se non mi credete, andate lì. Se esprimete un’opinione, verrete mandati in prigione. È molto, molto difficile.

Noi ovviamente, nonostante questi proclami pessimistici, speriamo sempre di riuscire a sentire questo “lost” album che, più passa il tempo, più sembra sempre più “perduto” e irrecuperabile…


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