Friuli Venezia Giulia

Moro (AVS) sul ritrovamento in Porto Vecchio, ‘prodotto politico’

04.12.2025 – 16.00 –La notizia del ritrovamento del corpo senza vita di un ragazzo algerino di 22 anni, durante e a margine delle operazioni di sgombero dei magazzini occupati al Porto Vecchio, ci lascia profondamente inermi. In queste ore sentiamo ripetere parole come ‘presa in carico’, ‘accoglienza’, ‘rispetto della dignità e dei diritti delle persone’, mentre la realtà ci restituisce l’immagine di un giovane che muore in un magazzino abbandonato, scoperto da un connazionale quando lo sgombero era già di fatto concluso. È una contraddizione che non possiamo accettare come un semplice incidente di percorso. Questa morte ci obbliga a guardare in faccia il tema dell’invisibilità. Afferma così in una nota Elisa Moro, segretaria di Sinistra Italiana (AVS) Trieste.

“Chi vive in un magazzino fatiscente ai margini del porto non è ‘scomparso’ per caso dal radar delle istituzioni e della politica: è reso invisibile da scelte precise, da procedure che considerano le persone soprattutto come numeri da spostare, problemi di ordine pubblico da gestire, corpi da allontanare dalla vista della città“.

 “L’invisibilità non è una condizione naturale: è un prodotto politico” afferma Moro “Nessuno dovrebbe morire da solo in un luogo abbandonato, in una giornata presentata come un’operazione ‘a tutela della dignità’ dei richiedenti asilo. Per questo è necessario che venga fatta piena luce sulle circostanze del decesso e sul funzionamento delle operazioni di oggi: non per alimentare la caccia al colpevole, ma perché la verità è il minimo dovuto a chi non può più parlare. Le politiche che producono invisibilità sono le stesse che ci costringono a piangere ‘tragedie impreviste’. E allora il vero cambiamento inizia quando decidiamo che nessuna vita può essere sacrificata per rendere più ordinata la superficie delle nostre città”.

[c.s.] [a.a.]




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