Morirono in due nell’ambulanza, l’autista patteggia diciotto mesi – Bolzano
                                                            
BOLZANO. Ha patteggiato diciotto mesi (con sospensione della pena) il volontario della Croce Bianca che, alla guida dell’ambulanza, tamponò un tir fermo in una piazzola di sosta dell’A22. Era l’11 giugno. L’impatto devastante si verificò nella corsia nord, all’altezza di Fortezza, e costò la vita a due persone. Morì sul colpo Giampaolo Crepaz, 64 anni, un paziente che stava tornando nella sua Val di Vizze dopo una serie di visite all’ospedale di Bolzano. L’incidente fu fatale anche a Martin Staudacher, 54 anni.
L’uomo si trovava seduto al fianco del conducente e stava riaccompagnando a casa la madre 79enne, che si trovava invece nel vano sanitario ed era reduce da un ricovero al “San Maurizio”. La donna è l’unica ad essersi salvata, miracolosamente, assieme al guidatore. Quest’ultimo – un paramedico volontario di 72 anni – ha dovuto rispondere dell’accusa di omicidio stradale. Davanti agli inquirenti ha sostenuto di essere stato tradito dall’improvviso movimento verso destra di un’auto che lo precedeva.
D’istinto – questa la sua versione – avrebbe a sua volta sterzato verso destra per evitarlo, perdendo però il controllo dell’ambulanza. Stava transitando al chilometro 27 dell’autostrada, in un tratto senza curve, poco dopo le 14. Tuttavia la Procura, in assenza di testimoni oculari e telecamere, non ha potuto ritenere credibile la ricostruzione dell’autista. L’urto contro il tir, ufficialmente, è avvenuto per “motivi ignoti”. Il mezzo adibito a trasporto infermi venne completamente sventrato. Della parte anteriore e del tetto del mezzo rimasero solo dei resti accartocciati. E per le due vittime ogni tentativo di rianimazione risultò vano. Sull’autista venne poi eseguito il test alcolemico, che diede esito negativo. Il 72enne è risultato in regola anche sul fronte della documentazione: «Era pienamente qualificato per svolgere questa attività – le parole del presidente della Croce Bianca, Ivo Bonamico -. Anche se al momento si è ritirato dal servizio attivo, rimane parte integrante della nostra famiglia associativa e ha tutto il nostro sostegno».
Il divieto di guidareL’autista, difeso dall’avvocato bolzanino Francesco Coran, ha deciso di patteggiare e di evitare il dibattimento. La giudice Giulia Rossi, ricevuta la richiesta di accordo tra l’imputato e il pubblico ministero, ha ritenuto che la pena concordata fosse proporzionata al reato e alla dinamica: diciotto mesi. Inoltre il volontario – che risulta ancora nel team della Croce Bianca – ha il divieto di guidare ambulanze o mezzi della Protezione civile per la durata di un anno. Sono in corso invece le trattative per il risarcimento nei confronti delle vittime. Per uno dei due si starebbero ancora cercando gli eredi, mentre per l’altra famiglia sono in corso dei colloqui assieme alla Croce Bianca. Entrambi i deceduti erano provenienti dalla Valle Isarco.
Martin Staudacher lavorava come commesso nell’enoteca “Mayr &Mayr” in centro a Vipiteno, dove risiedeva assieme alla famiglia. Quella mattina, dopo un lungo ricovero all’ospedale di Bolzano, aveva deciso di riaccompagnare a casa la madre anziana, che nell’impatto con il tir se la cavò con qualche ematoma. Giampaolo Crepaz invece era stato sagrestano alla chiesa Santo Spirito, sempre a Vipiteno, e abitava vicino all’Isarco nel comune di Val di Vizze. Chi lo conosce lo ricorda anche come usciere presso il commissariato di polizia di Bressanone.




