Moreish Idols – All In The Game
Grazie alla nostra rubrica “Brand New” scopriamo spesso band di ottimo valore. Una di queste gradite scoperte sono proprio i Moreish Idols, gruppo orinario della Cornovaglia, ma di stanza a Londra che a marzo ha pubblicato questo suo atteso debutto sulla lunga distanza: prodotto da Dan Carey e realizzato dalla sua Speedy Wunderground, “All In The Game” arriva dopo un paio di interessanti EP, “Float” (2022) e “Lock Eyes & Collide” (2023).

La press-release ci dice che Moreish Idols si sono ritagliati una posizione unica nella fiorente scena londinese. Mentre il loro materiale d’esordio mostrava un suono inquieto, nervoso, frastagliato e ritmicamente centrato che portava l’influenza di un energico post-punk, il loro secondo EP ha mostrato un lato completamente diverso della band. Questa evoluzione ha visto il gruppo mettere insieme una costellazione più sciolta di idee, combinando chitarre tremolo svenevoli, pungenti enigmi melodici, improvvisazioni erudite di sassofono e ritmi flessibili, suonando come i Pavement dell’era “Watery, Domestic” un secondo prima e i bucolici Canterbury Scene un secondo dopo, ma sempre, sempre come i Moreish Idols più di tutti.
“Ambergrin” apre la scena con un’inaspettata delicatezza con chitarre morbide, vocals gentili, qualche synth, un tocco psichedelico, ottime melodie e un tono che sembra voler far sognare l’ascoltatore.
Molto interessante il lavoro delle sei corde dalle influenze math-rock nella successiva “Railway”, decisamente più urgente della traccia precedente: se certe atmosfere profumano di Radiohead, è il sax di Dylan Humphreys ad aggiungere ulteriore valore al brano.
“Pale Blue Dot”, sebbene sia una delle canzoni più vecchie dei Moreish Idols, non era finita sugli EP ed è stata l’ultima a essere completata perché é stata riregistrata durante l’ultimo giorno in studio: non a caso piazzato verso la metà del disco, questo brano dalle morbide tendenze art-pop e un velo di psichedelia ha il compito di dare un attimo di respiro alla band, stando alle dichiarazioni della band inglese in una recente intervista.
Subito dopo ecco la totale sperimentazione di “ACID”, un perfetto mix tra psichedelia, garage-rock e noise, aggressivo e adrenalinico con synth, percussioni, potenti linee di basso e chitarre incazzate, il tutto ovviamente a velocità molto elevata.
Se “Out Of Sight” sa condensare bene tra loro atmosfere jazzy e psichedeliche, notturne e cinematografiche con questa sua chitarra in continua crescita e un sax delizioso, la successiva “Tiny Flies” aggiunge un nostalgico tocco pop che si fonde con un eleganza ancora una volta dai sapori jazz (soprattutto nella parte finale del pezzo grazie a percussioni e sax).
Una band di vedute sonore decisamente aperte, i Moreish Idols con questo loro debutto full-length hanno saputo creare qualcosa di estremamente solido e variegato che lascia ogni porta aperta per un futuro che ci farà sicuramente piacere scoprire: per il momento non possiamo che goderci questo ottimo primo LP.
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