Moody: c’è un acquirente, ma il rinvio dei patteggiamenti per il crac Qui!Group rischia di allungare i tempi
Genova. C’è un acquirente per il Moody, il locale di via XII Ottobre chiuso dopo l’incendio dell’11 settembre e la decisione della società Romeo e Giulietta, che fa capo alla holding dell’imprenditore Gabriele Volpi di non riaprire lasciando a casa 26 lavoratori.
L’assessore comunale a sviluppo economico, lavoro e relazioni sindacali Mario Mascia, che era riuscito a ottenere un accordo per far slittare al 15 gennaio i trasferimenti proposti ai lavoratori in altre parti d’Italia, lunedì 23 dicembre ha convocato un incontro che potrebbe rivelarsi decisivo con un imprenditore molto interessato a riaprire lo storico locale
A voler rilevare il Moody è un imprenditore molto noto nel Tigullio dove gestisce una dozzina di ristoranti, trattorie e caffetterie sotto varie insegne. Un imprenditore solido appunto che potrebbe rialzare le saracinesche in una zona che un tempo era affollata di negozi e locali e ora è sempre più abbandonata al degrado.
Ma i tempi adesso rischiano di allungarsi perché ieri la tanto attesa decisione sui patteggiamenti per il crac Qui! Group non c’è stata. La gip Caterina Lungaro infatti ha chiesto alla Procura e ai difensori di Gregorio Fogliani e della moglie Luciana Calabria di trovare un nuovo accordo al rialzo rispetto alle confische. L’ex patron di Qui!Group aveva concordato una pena di quattro anni e sei mesi circa 10 milioni di euro confiscati mentre la moglie Luciana Calabria ha concordato una pena di un anno e 10 mesi e la confisca di 1,6 milioni tra soldi in conti correnti, quote societarie e beni immobili. Tra i beni sequestrati che dovrebbero entrare nella confisca e quindi andare allo Stato ci sono anche le quote societarie della società Azzurra (cassaforte della famiglia Fogliani) proprietaria dei muri del Moody. La sentenza di patteggiamento rappresenta quindi un passaggio fondamentale per garantire il nuovo acquirente e il ritardo sulle decisioni potrebbe far diventare l’incontro di lunedì solo interlocutorio.
“Ho ottenuto il rinvio al 15 gennaio proprio per scongiurare ogni trasferimento e ogni dimissione o licenziamento” ricorda l’assessore Mascia. “L’obiettivo primario è non lasciare a casa nessuno dei lavoratori dell’ex Moody senza uno stipendio e ho messo a disposizione di ogni imprenditore interessato a rilevare l’azienda garantendo la continuità occupazionale la professionalità della Genoa Business Unit proprio per tagliare corto su tempi e passaggi burocratici” aggiunge. Parole da cui trapela la preoccupazione rispetto a ulteriori intoppi per la soluzione della delicata vertenza.