Monti (Edison): “Più investimenti nella transizione”

“La sostenibilità non è una moda, è una componente strutturale del nostro business: l’energia è un settore di lungo periodo e, per definizione, deve essere sostenibile”. Nicola Monti, ad di Edison, parte da qui per spiegare perché l’azienda ha deciso di alzare l’asticella aderendo a Forward Faster, l’iniziativa dell’UN Global Compact che chiede impegni più ambiziosi e misurabili sull’Agenda 2030. “Negli ultimi anni abbiamo aggiornato più volte i nostri piani industriali e ci siamo resi conto che potevamo fissare obiettivi ancora più sfidanti”. Edison è membro fondatore del network italiano del Global Compact dal 2005, la più ampia iniziativa Onu sulla sostenibilità d’impresa. “Con l’adesione all’iniziativa Forward Faster”, spiega Monti, “non cambiamo direzione, ma acceleriamo un percorso già in atto. Per noi sostenibilità significa ridurre le emissioni dirette e indirette, supportando anche i clienti nei loro obiettivi. È un doppio ruolo che ci responsabilizza sempre di più”.
La decisione è stata formalizzata il 20 novembre, in occasione del SDG’s Investment Forum organizzato dalla Cfo Coalition del UN Global Compact presso la sede di Edison in collaborazione con Edison stessa, Assonime e Teha. L’azienda ha scelto due degli impegni più esigenti della piattaforma: transizione equa e allineamento degli investimenti agli SDGs. Due fronti, sottolinea l’ad, che “riguardano tanto le nostre persone e le comunità quanto la filiera industriale e i progetti di generazione, efficienza e servizi energetici”. Sul fronte finanziario, l’impegno di Edison trova un primo riscontro nel nuovo finanziamento Bei da 800 milioni, destinato allo sviluppo delle rinnovabili. “Di questi, 200 milioni saranno disponibili subito per avviare nuovi cantieri eolici e fotovoltaici” annuncia Monti. Un passaggio che potrebbe anticipare l’avvio di una fase nuova per l’azienda: “Finora abbiamo utilizzato in modo limitato strumenti finanziari come bond e loan legati a obiettivi di sostenibilità perché non avevamo debito, ma con la crescita del piano investimenti questi strumenti diventeranno sempre più utili: sono coerenti con la nostra traiettoria di decarbonizzazione e con gli obiettivi del Paese”.
Il percorso è già visibile nei numeri. Nel biennio 2023-2024 Edison ha investito 1,2 miliardi di euro in tre assi – generazione flessibile e rinnovabile, gas supply e sviluppo dei green gas, clienti e servizi – all’interno di un piano da 10 miliardi al 2030. Di questi investimenti, almeno l’85% sarà allineato agli SDGs dell’Agenda Onu, con certificazione di terza parte e integrazione dei criteri Esg nei processi decisionali, in linea con i principi della Cfo Coalition for the SDGs, la community globale del Global Compact dedicata ai direttori finanziari. Nel frattempo, l’allineamento dei capex alla Tassonomia Ue è passato dal 27% a circa il 50% in un solo anno, mentre le attività green generano ormai il 55% dell’Ebitda. La priorità, per Monti, è chiara: “I nostri investimenti si concentrano su rinnovabili, flessibilità e sistemi di accumulo. Interventi che devono procedere insieme: perché sviluppare sola generazione rinnovabile senza storage non porta benefici al sistema e rischia di sprecare risorse. Penso al caso della Spagna, dove l’assenza di investimenti paralleli negli accumuli ha portato a prezzi che nelle ore centrali scendono a zero o diventano negativi”.
Edison ha avviato il programma di integrale ricostruzione del portafoglio eolico, nato oltre vent’anni fa. “Le nuove turbine sono più grandi, più efficienti e meno numerose, con minore impatto sul territorio”. Accanto a eolico e fotovoltaico, resta strategico l’idroelettrico. “È rinnovabile e flessibile, e si appoggia a una filiera interamente italiana. Oggi servirebbe un quadro normativo che consenta il rilancio immediato di investimenti per almeno 15 miliardi: occorrono certezze sulle concessioni e un orizzonte di lungo termine per recuperare i capitali e proteggere un’infrastruttura decisiva per il Paese”. L’altro pilastro è quello delle aste, passaggio essenziale per garantire ritorni stabili in un mercato più volatile. “Il settore rinnovabile si sta spostando verso modelli più regolati sui prezzi”, spiega Monti. “Per questo puntiamo sui contratti a lungo termine aggiudicati tramite aste come il Fer X: offrono copertura ventennale dei costi e riducono il rischio”. Lo stesso principio vale per gli accumuli.
“Le aste sulle batterie sono partite, ma nel 2026 ci aspettiamo procedure dedicate anche sui pompaggi idroelettrici, fondamentali per la modulazione del sistema e strategici per la sicurezza e la gestione dell’acqua, specie nel Sud Italia. Sono tecnologie con funzioni diverse ma complementari rispetto alle batterie e generano ricadute industriali e locali significative”.
Source link




