Monteluce, i lavori per la Casa di comunità potrebbero partire la prossima settimana
di Daniele Bovi
Il cantiere per la realizzazione della Casa di comunità all’interno della Nuova Monteluce, a Perugia, potrebbe essere a un punto di svolta. Dopo mesi di difficoltà, diffide, ritardi e anche lo spettro di una possibile risoluzione del contratto con la ditta vincitrice dell’appalto, i lavori per la realizzazione dell’importante opera potrebbero partire la prossima settimana. Conferme ufficiali da parte dell’Usl Umbria 1 non ce ne sono ma stando a quello che filtra dai vertici dell’azienda sanitaria gli operai potrebbero tornare a lavorare la prossima settimana, tanto che in queste ore è ripartita la cantierizzazione. Stando a quanto comunicato mesi fa dalle istituzioni, la Casa di comunità – finanziata con fondi Pnrr per circa 6 milioni – dovrebbe essere pronta ad aprile.
Bistocchi Sul tema è intervenuta lunedì, nel corso di una conferenza stampa, la presidente dell’Assemblea legislativa, Sarah Bistocchi (Pd), che ha presentato una mozione a Palazzo Cesaroni chiedendo che la giunta regionale si impegni a «assicurare il completamento dei lavori nei tempi stabiliti», per dotare la città di «un presidio sanitario moderno e funzionale». Bistocchi ha ripercorso le tappe del progetto, previsto sin dal 2014 nel padiglione E della Nuova Monteluce, e ha ricordato che l’intervento consentirebbe di trasferire i servizi ora ospitati nella sede di via XIV Settembre, struttura giudicata non più idonea. Dallo scorso febbraio – ha sottolineato – i lavori sono formalmente affidati ma da allora nulla si è mosso, tanto che da parte della Usl sono già stati inviati diversi solleciti all’impresa incaricata per scongiurare ulteriori ritardi e rispettare le scadenze del Pnrr.
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Lega Dura la replica della Lega, con Donatella Tesei e Paola Fioroni che attribuiscono la responsabilità dello stallo alla nuova amministrazione regionale guidata da Stefania Proietti. Secondo Tesei, «la giunta Proietti ha dimostrato immobilismo e incapacità», ricordando come nel dicembre 2024 la presidente non abbia partecipato alla riunione decisiva per la liquidazione delle quote del Fondo Monteluce. La Lega sottolinea inoltre che fu proprio la precedente giunta regionale di centrodestra ad aver garantito la sopravvivenza del progetto grazie a un piano di risanamento finanziario e al lavoro per mantenere viva la prospettiva di una Casa di comunità nell’area. «Se oggi esiste ancora una possibilità di rilancio per Monteluce – attaccano Tesei e Fioroni – è merito della precedente amministrazione».
In consiglio Nel frattempo, il consiglio comunale di Perugia ha approvato lunedì un ordine del giorno con cui si chiede all’amministrazione cittadina di continuare il confronto istituzionale con Regione e Usl, vigilare sull’andamento dell’opera e garantire il trasferimento del Distretto sanitario da via XIV Settembre. Il documento, presentato dal dem Federico Maria Phellas e sottoscritto da altri esponenti della maggioranza, fa appello a «proseguire con continuità l’interlocuzione» e a considerare la Casa di comunità un presidio «moderno, sicuro e di prossimità per la città».
La discussione Durante la discussione in aula, Nilo Arcudi (Perugia civica), pur astenendosi, ha sottolineato la necessità di riportare servizi in un quartiere che «ha fortemente bisogno di rilancio». Leonardo Varasano (Progetto Perugia) ha richiamato l’attenzione anche sul decoro urbano dell’area. Margherita Scoccia ha definito la Casa di comunità «il cuore del progetto», mentre per Antonio Donato (M5s) è una struttura che «non può mancare» e che va portata a compimento senza ulteriori indugi. Edoardo Gentili (Forza Italia) ha auspicato audizioni in commissione per chiarire le criticità in corso. Phellas ha ribadito che l’amministrazione «è già da mesi attiva» per garantire la piena realizzazione dell’opera.
San Sisto e Castel del Piano Respinto, invece, con 17 voti contrari e 8 a favore, un altro ordine del giorno collegato al tema della sanità territoriale, presentato da Chiara Calzoni (Perugia Civica), che chiedeva l’attivazione di una Casa di comunità nella zona di Castel del Piano – San Sisto, quartieri ritenuti oggi sprovvisti di presidi adeguati. Calzoni ha ricordato che la normativa prevede una Casa di comunità ogni 40-50mila abitanti, e che la zona sud-ovest della città, con oltre 30mila residenti, è ancora scoperta. L’atto per la maggioranza non poteva però essere accolto, poiché carente sotto il profilo tecnico e fuori dalle competenze comunali. Lorenzo Ermenegildi Zurlo (Pd) ha spiegato che la proposta era «irricevibile» e che la maggioranza aveva già chiesto alla proponente di ritirarla per avviare un confronto. Fabrizio Ferranti (Perugia per la sanità pubblica) ha sottolineato la necessità di evitare «proposte scollegate da una programmazione reale» e ha assicurato che la maggioranza continuerà a lavorare per rafforzare la rete sanitaria territoriale.
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