“Monolocali da 20 metri quadri in Sardegna?” La giunta Todde dice no a Salvini
La Sardegna diventa epicentro di un acceso dibattito politico sul decreto “Salva-Casa”. Il ministro dei Trasporti e Infrastrutture, Matteo Salvini, attacca frontalmente la giunta guidata da Alessandra Todde, rea di aver adottato una versione “light” del decreto nazionale, rifiutando di abbassare la superficie minima degli alloggi a 20 metri quadrati.
La decisione della Regione, definita senza mezzi termini “un freno a mano a un tentativo di speculazione edilizia”, non è andata giù al leader della Lega. Salvini, in netta contrapposizione con la giunta pentastellata, ha espresso forte preoccupazione per quella che definisce “un errore strategico che rischia di penalizzare i cittadini sardi e di creare ingiustificate disparità territoriali”.
“La norma nazionale non intende promuovere ‘loculi’ abitativi”, ha precisato Salvini, “ma fornire una risposta pragmatica e necessaria alla crescente domanda di alloggi flessibili e accessibili, soprattutto nei contesti urbani dove i costi immobiliari sono elevati”. Il ministro ha sottolineato come la riduzione della superficie minima, da 28 a 20 metri quadrati, sia pensata per agevolare giovani lavoratori, studenti e single, valorizzando il patrimonio edilizio esistente e limitando il consumo di nuovo suolo.
“La mancata apertura a un’offerta abitativa più diversificata e accessibile in Sardegna rischia di accentuare le disparità territoriali e di penalizzare i cittadini sardi, isolando la regione da un processo di flessibilizzazione degli standard dimensionali ormai riconosciuto come necessario a livello nazionale”, ha concluso Salvini.
La replica della Regione Sardegna non si è fatta attendere. L’assessore degli Enti locali e Urbanistica, Francesco Spanedda, ha risposto con fermezza alle accuse del ministro, chiarendo che la norma nazionale si applica esclusivamente all’agibilità degli immobili, non alla progettazione di nuovi alloggi o alla trasformazione di quelli esistenti, che rimangono soggetti al DM 5 luglio 1975.
Spanedda ha contestato la visione di Salvini, sostenendo che “la vera flessibilità abitativa non si ottiene comprimendo lo spazio vitale, ma garantendo ambienti versatili e spazi di manovra adeguati”. L’assessore ha inoltre criticato l’assenza di una regolamentazione efficace per gli affitti brevi, che a suo avviso penalizza giovani, studenti e lavoratori single.
La Regione Sardegna, ha ribadito Spanedda, punta alla rigenerazione del patrimonio edilizio esistente, piuttosto che incentivare operazioni speculative. “Siamo al lavoro per un modello abitativo fondato su qualità, equità e sostenibilità”, ha concluso l’assessore, respingendo le accuse di Salvini e difendendo le scelte della giunta Todde
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