Monica Bellucci: «Tim Burton? Sto con l’uomo non con l’artista. Le critiche a mia figlia Deva? Anche le cattiverie servono a crescere»
Monica Bellucci e Tim Burton hanno chiuso in bellezza la 71esima edizione del Taormina Film Festival. Un bagno di folla li ha accolti sul red carpet e al Teatro Antico, dove la nostra attrice più internazionale del momento ha ricevuto un Premio Speciale per i 25 anni di Malèna di Giuseppe Tornatore.
Con Tim Burton ora sono tutt’uno. Dopo aver collaborato insieme in Beetlejuice Beetlejuice chissà se un giorno li ritroveremo di nuovo sul set insieme. «Tim è la persona con cui sto. Lo rispetto come regista. È meraviglioso. Io sto con l’uomo non con l’artista. Quel ruolo è stato un regalo che mi ha fatto», commenta l’attrice in un hotel di Taormina, prima di sfilare con il compagno sul tappeto rosso. Poi dice la sua sull’amore. «L’amore è qualcosa di difficile da spiegare. Quello che cambiato per me con il tempo è che ora due anime adulte si parlano con il loro vissuto e hanno un altro modo di confrontarsi».
Come Catherine Deneuve, ospite in questi giorni del festival, anche Monica non si sente una diva. «Io non mi sono mai sentita così. Prima di tutto sono una persona che ha la fortuna di fare ancora questo lavoro. Sono un’attrice che cerca ancora di imparare». La mia passione per il cinema è sempre viva», aggiunge, «è cambiata l’importanza delle cose. Oggi la mia priorità sono le figlie e la mia vita. Ho vissuto da attrice la vita di altri, ora vivo la mia. Quando avevo 20-30 anni ero sempre in viaggio. Era qualcosa di fantastico che mi è servita. Poi sono diventata mamma e le priorità sono cambiate».
Sulla figlia Deva, tra le protagoniste della serie Il gattopardo, dice: «È bello vedere il suo entusiasmo, la sua passione e la sua curiosità. È ciò che la rende felice. Parliamo di tante cose, anche della differenza tra realtà e l’immagine, ma lei ne sa più cose di me». E sulle critiche che sono arrivate a pioggia dopo la performance nella serie, commenta «Anche le cattiverie e i giudizi servono comunque per crescere. Tutto serve: sia le critiche buone che quelle cattive».
Source link