Economia

Moda, il 54% degli italiani ritiene che il greenwashing sia una pratica diffusa


Due italiani su 3 non conoscono il concetto di moda circolare, anche se il 74% dichiara di essere interessato alla moda sostenibile. E infatti la raccolta differenziata di prodotti tessili segna appena 2,7 kg di tessuti raccolti all’anno pro capite a fronte di un venduto annuo di 23 kg per abitante, un dato poco incoraggiante, anche davanti all’obbligo di raccolta differenziata in tutti i Paesi membri europei, entrato in vigore all’inizio di quest’anno.

A tratteggiare la situazione sono i dati Ipsos presentati in un webinar organizzato da Erion Textiles, consorzio del Sistema Erion dedicato alle aziende del settore tessile, che mette in luce i punti oscuri del settore. A partire dal greenwashing, fenomeno percepito dal 54% degli italiani come pratica diffusa nelle aziende, e recentemente reso noto anche dalle sanzioni dell’Agcm nei confronti di diverse imprese: rappresenta ancora una sfida cruciale per l’intera filiera.

Non solo: 1 italiano su 3 ritiene che le aziende virtuose in Italia siano meno del 30% e il 15% ha dichiarato di aver boicottato un’azienda perché sospettata di greenwashing. Dato che sale al 33% se si guarda solo ai giovani tra i 18 e 24 anni.

Il 22% degli italiani ritiene poi che molte iniziative dei brand siano finalizzate al profitto piuttosto che a un vero cambiamento sostenibile, mentre il 20% crede che queste attività siano mirate principalmente a conquistare un target giovane. Tra gli italiani che dichiarano il loro interesse verso la moda sostenibile, l’81% è rappresentato da donne, sempre più consapevoli e sensibili verso i temi ambientali: sono loro le principali promotrici del cambiamento verso una moda più circolare. Sono loro il target principale da cui emerge l’interesse verso prodotti second hand e sostenibili, oltre a pratiche di produzione e a processi trasparenti.


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