missione ricercatori, da dieci anni in attesa e minacciati dai tagli ai finanziamenti
ANCONA Deraglia in direzione futuro l’equazione “tagli uguale sacrifici”. L’ardore della protesta degli atenei marchigiani arriva a scoprire il nervo: le sforbiciate al Fondo di finanziamento ordinario, e soprattutto i nuovi parametri che le amplificano, influiscono poco sulla portata degli stanziamenti per la ricerca. Al contrario, quelle decurtazioni penalizzano le possibilità d’inserimento a tempo indeterminato, cioè le prospettive di carriera, di coloro che la alimentano. Un rischio intensificato dal momento storico che viviamo: c’è una bolla di posizioni – dottorandi, assegnisti e ricercatori – finanziata in gran parte con fondi Pnrr che, con la contrazione delle risorse, sarà ancora più difficile strappare dal limbo della precarietà.
I composti
L’istantanea è un’incognita. Laurea in Scienze Biologiche, targata Università Politecnica, con tanto di specializzazione e dottorato in “Alimentazione, Salute e Farmaco”, Francesca Giampieri, ricercatrice a Medicina, è volto e passione di queste storie minate da una fredda logica delle cifre. Inserita nella lista delle menti scientifiche più importanti del pianeta negli ultimi sei anni, non si distrae dai suoi studi: «Valuto l’effetto che i composti bioattivi presenti in alcuni alimenti di origine vegetale, soprattutto frutti rossi, miele, aglio, fico d’India, esercitano sulla salute umana, focalizzandomi in particolare sulla loro capacità di prevenire lo sviluppo di alcune malattie che affliggono l’uomo moderno: patologie cardiovascolari, diabete, obesità, cancro». Il suo obiettivo: «Dimostrare che un certo alimento di origine vegetale abbia una determinata attività preventiva conferisce all’alimento stesso un importante valore aggiunto, che può essere sfruttato sia da chi lo produce, il coltivatore, e sia dalle aziende che lo processano: alimentari, cosmetico-farmaceutica». In una sigla è un Rtdb, un contratto di tre anni. In pratica è una figura ibrida, di quelle che potrebbero alimentare la fuga di cervelli.
I passaggi
È un marchigiano doc. Natali ascolani, studi dorici alla Politecnica, la messa in pratica della sua formazione economica all’ateneo di Macerata. Il campo d’azione di Andrea Bucci è l’econometria. La premessa pare un ritornello: «Il mio contratto a tempo determinato potrebbe diventare permanente in seguito all’abilitazione ministeriale e alla valutazione d’una commissione. Passaggi che non sono certi al 100%». Smussa il suo entusiasmo di giovane studioso. «Se gli atenei si dovessero trovare a corto di risorse, potrebbero avere difficoltà a confermare figure incerte come la mia». Non cede ai timori, procede in direzione avvenire. «Mi occupo – racconta – di studiare le variazioni dei mercati attraverso l’uso di metodi matematici e statistici e del Machine Learning, che è un sottoinsieme dell’intelligenza artificiale». Viaggia nelle macro dimensioni: «Il mio impegno è funzionale alle banche d’investimento». Non rinuncia tuttavia alla conversione local: «Quei modelli potrebbero essere sfruttati anche dalle nostre imprese quotate in Borsa». Allarga i suoi orizzonti: su Magazine, una rivista scientifica e d’impatto sociale dell’Università di Macerata, ha pubblicato un saggio sulla relazione tra inquinamento atmosferico e accessi al pronto soccorso per malattie cardiovascolari e respiratorie in relazione alle diverse fasi della pandemia. Di modello in modello, traccia la via dell’innovazione.
Il dottorato
Il terzo capitolo è una replica dei precedenti. Trentatré anni, dal 30 ottobre è ricercatrice dell’ateneo di Urbino, dove s’è laureata senza sbavature sulla tabella di marcia. Laura Bravi trattiene il fiato: «Sono dieci anni che inseguo questo contratto». I dettagli sono pura tenacia: «Il mio lavoro di ricerca è iniziato dieci anni fa, al tempo del dottorato, grazie alla collaborazione con la Cosmob, un laboratorio tecnologico al servizio delle imprese del mobile. Il suo direttore Alessio Gnaccarini ha creduto in me». È linfa di un hub per il made in Marche: «Mi interesso di gestione della qualità, tecnologie dell’industria 4.0 e 5.0, in pratica la nuova rivoluzione. Sono due ambiti separati che talvolta s’intersecano». Riordina tasselli: «Ho già l’abilitazione del ministero, il mio contratto è rinnovabile con la formula 3+3 e potrebbe diventare effettivo, prof associato, tra quattro anni, per via di uno sconto previsto, un’opzione di cui dovrei fare richiesta». Riflette: «Perdere questa sfida sarebbe una sconfitta anche per l’azienda che ha investito su di me». Proibito immaginarlo.