Lazio

“Mio nonno François è pazzo per Roma” – Il Tempo


Aldo Torchiaro

François Bayrou, il premier incaricato ieri da Macron, ha l’Italia nel cuore. E Roma in particolare. Nella capitale per turismo sin da giovanissimo, incontra Francesco Rutelli negli anni in cui si preparava il grande Giubileo del Duemila e se ne “innamora”. François e Francesco, omonimi, condividono lo stesso segno zodiacale: i Gemelli. E nel segno del gemellaggio portano avanti in parallelo i loro progetti. Quando Rutelli fonda la Margherita, Bayrou dà vita al MoDem. Due soggetti speculari, centristi, europeisti. Tanto da diventare i due co-fondatori del Partito Democratico Europeo, sigla del loro asse rimasto inossidabile e cresciuto, negli anni. Oggi ne fanno parte decine di partiti europei (più o meno quelli di Renew Europe), niente a che fare con il Pd. Rutelli intervistato dal Tempo nell’aprile 2017, a proposito di Macron, diceva: «Sono contento che abbia avuto l’appoggio del mio “fratello” Bayrou». E di vera fratellanza si tratta: è stato proprio Rutelli, volato a Bruxelles venerdì scorso, l’unico italiano a cui il neopremier francese aveva rivelato, a cena, di essere in procinto di accettare l’incarico di formare il governo.

 

 

Bayrou ha seguito le imprese di Rutelli tanto da non limitarsi a venire a Roma, ma lo ha seguito in quel piccolissimo paesino al centro esatto dello Stivale che si chiama Labro, 368 anime in provincia di Rieti. Lì Rutelli riuniva i suoi, e lì gli anziani del paese ricordano di aver visto spuntare a più riprese Bayrou, inerpicato – scarponi ai piedi – nei vicoli dell’antico centro sabino. A Roma era di casa in un grande hotel dietro al Pantheon e l’ultima manifestazione pubblica l’ha tenuta, parlando anche in buon italiano, in un congresso all’Auditorium della Conciliazione nell’ottobre di due anni fa. Con lui Sandro Gozi, Matteo Renzi e Carlo Calenda. A Roma vive la nipote di Bayrou, Faustine, figlia della primogenita Hélène che da un anno collabora con un gruppo parlamentare a Montecitorio. Suo padre è uno storico della politica, noto conferenziere.

 

 

«Siamo una famiglia unita, da mio nonno ho imparato l’amore per l’Europa e l’interesse per la politica», racconta Faustine, ventiquattro anni, che dopo laurea e master a Bordeaux è volata a Roma. Vive a Trastevere e inizia ogni giornata studiando la rassegna stampa dei quotidiani che arrivano alla Camera. «Da mio nonno ho imparato la dedizione, la determinazione. Ha 73 anni ma ha più energia di tanti miei coetanei», racconta. Le grandi passioni? «Il cinema, i libri e la cucina, anche italiana. Ma di quella francese è orgoglioso». Si racconta anche di una cena che il neopremier avrebbe organizzato per una delegazione italiana, nella sede del Senato francese ai Jardin de Luxembourg di Parigi. Tanta aspettativa, ma ai commensali venne servito del potage. «Per stare leggeri», disse con sobrietà. Ma le energie servono. Perché da quando c’è Macron, che per Bayrou è quasi un figlioccio, il suo lavoro è raddoppiato. «Mio nonno continua a essere sindaco di Pau, un piccolo comune vicino Bordeaux, ma è spessissimo all’Eliseo, a Parigi. Pranzi e riunioni con Macron ci sono sempre stati, in questi anni». Bayrou “l’italiano” a Palazzo Matignon sa di avere davanti una sfida non facile. «Sarà come scalare l’Himalaya», ha detto ieri in uno sfogo. Per uno abituato a scendere e salire per i Sette colli, l’allenamento c’è.




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