Minareto, un angolo di natura siciliana nella riserva marina del Plemmirio
Cosa è il vero lusso oggi? Ognuno probabilmente ha la sua risposta. Potrebbe essere l’esclusività di un luogo. La testimonianza di un passato ricco di cultura e tradizioni. L’autenticità. La molteplicità di esperienze, l’attenzione e l’accoglienza sapiente. Ovunque, in giro per il mondo, c’è chi si mette in gioco per offrire la propria interpretazione di questo valore così effimero e così ricercato. In un angolo di Sicilia già baciato dalla fortuna una famiglia ha deciso semplicemente di declinare il lusso dell’ospitalità secondo i ritmi della natura, rispettando storia e territorio. Era il 2000 quando Giuseppe La Spina rilevò una delle strutture ricettive più antiche del Sudest siciliano. Nel cuore della riserva marina del Plemmirio, rocce che si affacciano su un mare cristallino, di fronte all’isola di Ortigia. Un luogo di meraviglia, che si accende ai colori del tramonto, e guarda da rispettosa distanza la movimentata movida dell’isola patrimonio Unesco insieme a Siracusa.
Sin da subito l’obiettivo di Giovanni – e oggi dei due figli Antonio e Cristian – è stato valorizzare il ruolo centrale della natura nell’esperienza di viaggio degli ospiti. In questo quarto di secolo il Minareto, così è chiamato il resort, ha cambiato anima, si è ampliato in modo organico e cinque anni fa ha annesso altri tre ettari di campagna. Un giardino naturale da scoprire passeggiando tra filari di ulivi, carrubi e fichidindia. Che presto diventerà anche meta di soggiorni speciali dedicati al benessere.
Sulla Baia delle Latomie
Affacciato sulla Baia delle Latomie, il Minareto si stende su un contrafforte roccioso all’interno del quale si schiudono piccole enclave sabbiose. Un paesaggio incantevole, in cui il mare lascia spazio al verde dei giardini mediterranei e la bellezza senza tempo della tipica campagna siciliana.
Qui si celano 55 camere, 25 suite, e otto ville, tre delle quali di grandi dimensioni. Tutto all’insegna della purezza siciliana: architetture, colori e materiali, dalla pietra vulcanica dell’Etna a quella bianca siracusana. E, soprattutto, tanto vetro, per consentire la continuità di sguardo verso il mare e verso Ortigia, raggiungibile con la barca in una manciata di minuti. Questa stagione vengono inaugurate quattro suite panoramiche a picco sul mare, senza alcuna barriera tra interno e terrazza della camera. Una delle suite possiede una discesa privata su una lingua di roccia, un’altra ha una jacuzzi sospesa sul mare. Nell’angolo delle piscine riscaldate il relax è scandito dai brindisi, che sia champagne o bollicine nazionali (e perché no, siciliane, ormai arrivate a livelli di qualità invidiabili), meglio se al tramonto. Molto suggestivo e ricercato (c’è già una lista d’attesa) è il Dinner Candlelight, riservato agli adulti per un massimo di 10 tavoli: cena al lume di 300 candele sulla scogliera, con musica dal vivo. L’esperienza non è solo emozionante per luogo e condizioni: il Minareto ha un’offerta gastronomica di livello e, soprattutto sul pesce, è destinazione privilegiata. Lo è, in particolare, l’estensione “continentale” del resort, il ristorante Area M ad Ortigia, che vede ai fornelli il talentuoso Federico Messina. Lì vengono anche proposte per gli ospiti speciali Cooking Class. Una volta raggiunta Ortigia in barca ci si tuffa in compagnia dello chef tra i banchi del mercato cittadino dove verranno acquistati gli ingredienti per la realizzazione di pietanze tipicamente siciliane. Ospiti stranieri naturalmente entusiasti, ma la sorpresa è che anche gli italiani – e persino i siciliani – riescono ogni volta a scoprire qualche tecnica “segreta” inaspettata. Nuoto, canoa, passeggiate tra gli ulivi, yoga, cucina. Ma anche tragedie al teatro greco, gite alle spettacolari Gole dell’Alcantara, incursioni a Noto (d’obbligo una tappa al caffè Sicilia di Corrado Assenza) e Marzamemi, arrampicate inseguendo la le colate laviche dell’Etna. In una parola il “lusso siciliano” firmato Minareto.
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