Marche

«Minacciato, preso a calci e pugni»

ANCONA – «Mi aggrediva con calci e pugni, sono anche finito al pronto soccorso più volte. Ancora oggi ho paura, faccio di tutto per non incontrarla». Sono gli estremi della deposizione resa in aula da un 70enne fabrianese, finito nella morsa della figlia della sua ex compagna. Una 35enne con cui, all’epoca dei fatti, condivideva l’appartamento. La donna è finita a processo per maltrattamenti in famiglia e lesioni personali. Due anni e un mese di reclusione la pena stabilita dal giudice Maria Elena Cola per l’imputata, difesa dall’avvocato Myriam Fugaro.

Il provvedimento

Alla donna, dopo l’ennesimo litigio avuto con il 70enne, era stata applicata la misura del divieto di avvicinamento alla persona offesa e dell’allontanamento dalla casa familiare. I fatti finiti sotto la lente della magistratura sarebbero iniziati nel 2018. All’origine dei bisticci, una convivenza mal digerita da entrambi. Lui, stando a quanto emerso, avrebbe più volte detto alla donna di cercarsi un proprio spazio dove poter andare a vivere. Lei, d’altro canto, avrebbe l’avrebbe rimproverato per il disordine che regnava all’interno dell’appartamento. Due mondi opposti che sarebbero venuti allo scontro, rendendo la convivenza un incubo.

Le aggressioni

In almeno due occasioni l’uomo era finito al pronto soccorso di Fabriano per le lesioni inferte dall’imputata. Il 29 giugno del 2023, stando alla procura, il 70enne era stato aggredito con calci e pugni nei pressi di un bar che si trova a poca distanza dalla sua abitazione. L’imputata lo aveva anche graffiato al collo. All’ospedale, i medici avevano stilato una prognosi di sette giorni. Due mesi dopo, il 70enne era dovuto tornare al pronto soccorso. Anche in questo caso, secondo la pubblica accusa, l’uomo sarebbe stato raggiunto da pugni, cazzotti e sputi. Il litigio era divampato perchè il 70enne aveva chiesto alla ragazza di andarsene di casa. Una volta dimesso dall’ospedale, era andato a sporgere denuncia, raccontando dei maltrattamenti subiti nel corso degli anni.

Non solo percosse, ma anche minacce di morte e insulti. Dopo la denuncia, nei confronti della donna era scattata la misura cautelare imposta dal gip. «Frequenta il bar sotto casa mia, cerco di evitarla il più possibile» ha detto l’uomo in aula, ricordando senza troppi particolari le molestie subite. Per la donna, la procura aveva chiesto una condanna a 4 anni e 7 mesi. Probabile il ricorso in appello da parte della difesa.




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