Mille licenze taxi di Roma, il Tar annulla le graduatorie. FdI attacca la Giunta
Una sentenza che pesa come un macigno sulla gestione del Campidoglio. Il TAR del Lazio ha dato ragione a 70 tassisti e ha messo nero su bianco le criticità del bando per le 1.000 nuove licenze taxi, certificando errori che, secondo l’opposizione, erano evidenti fin dall’inizio. Una bocciatura netta della procedura messa in campo dalla Giunta Gualtieri-Patanè, definita «confusa, poco trasparente e costruita male».
Al centro della decisione dei giudici c’è un principio chiaro: le graduatorie devono rispettare il merito. Un principio che, secondo il TAR, è stato violato penalizzando automaticamente quei candidati che avevano scelto di concorrere sia per le licenze ordinarie sia per quelle destinate ai veicoli accessibili alle persone con disabilità. Una scelta prevista dallo stesso bando, ma che si è trasformata in un boomerang per decine di tassisti, finiti più indietro in graduatoria nonostante punteggi più alti.
Un’anomalia che ora diventa ufficiale. «Il Tribunale ha certificato un fatto grave – sottolineano i consiglieri capitolini di Fratelli d’Italia Giovanni Quarzo, Federico Rocca e Stefano Erbaggi –: candidati con punteggi superiori sono stati scavalcati da altri con meno punti, solo per una scelta che il bando consentiva espressamente». Una distorsione che, secondo FdI, era stata segnalata più volte, senza però ottenere risposte dall’amministrazione.
Ora, spiegano dall’opposizione, il Campidoglio non può più rinviare. «Serve un atto di responsabilità – incalzano i consiglieri –: applicare rapidamente la sentenza, chiarire tempi e modalità della riformulazione delle graduatorie e garantire regole uguali per tutti». Il rischio, altrimenti, è quello di aprire una nuova stagione di ricorsi e bloccare ancora un settore già in forte difficoltà.
«Roma non può permettersi improvvisazioni – avvertono da Fratelli d’Italia –. L’aumento del numero dei taxi era una necessità reale per cittadini e turisti, ma la cattiva gestione dell’amministrazione rischia di trasformare un’opportunità in una nuova e interminabile vicenda giudiziaria».
Un monito che suona come un avvertimento politico. «Continueremo a vigilare – concludono Quarzo, Rocca ed Erbaggi – affinché siano tutelati il merito, la legalità e l’interesse pubblico». La partita delle licenze taxi, intanto, torna tutta nelle mani del Campidoglio, chiamato ora a rimediare agli errori certificati dai giudici.
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