Mille docenti specializzati per insegnare l’italiano agli studenti stranieri, Valditara: “Ragazzi che non conoscono nemmeno buongiorno e buona sera. Frequenteranno in un’aula apposita un corso accelerato di lingua”
Meccanismo anti-abbandono e successo nell’emergenza napoletana
Il ministro ha dettagliato il meccanismo complesso di contrasto alla dispersione: “La scuola comunica al comune che quel ragazzo non va a scuola, il comune ammonisce i genitori e gli dice o voi rimandate il figlio a scuola oppure sappiate che noi dobbiamo denunciare alla procura della Repubblica con il rischio per voi che scattino due anni di galera“. I risultati sono evidenti nel caso napoletano: su 5.000 segnalazioni di studenti che non avevano concluso l’anno, ben 3.200 ragazzi sono tornati sui banchi completando il percorso scolastico.
Il successo non si limita alla Campania ma si estende a tutta Italia grazie a Agenda Sud e Agenda Nord, programmi che “vanno a prendere i ragazzi” attraverso dieci azioni specifiche: musica, teatro, sport e altre attività per stimolare il rientro a scuola. “Mai come nel 2025 gli abbandoni sono stati così pochi in Italia”, ha sottolineato Valditara, evidenziando come questo risultato rappresenti non solo un contrasto alle forme di criminalità ma soprattutto un investimento concreto nel futuro dei giovani.
Classi per stranieri: integrazione attraverso l’italiano potenziato
Una delle proposte più discusse riguarda l’integrazione degli studenti stranieri attraverso classi dedicate all’apprendimento dell’italiano potenziato. Valditara ha annunciato l’assunzione di mille docenti specializzati per insegnare a ragazzi “che non conoscono nemmeno buongiorno e buonasera”. Gli studenti stranieri seguiranno matematica, storia e altre materie insieme ai compagni italiani, ma frequenteranno “un’aula apposita” con insegnanti specializzati per un corso accelerato di italiano.
“Questo non è razzismo, questa è integrazione“, ha precisato il ministro, spiegando che il modello attuale ha fallito: “Se un terzo dei ragazzi stranieri abbandona e non conclude il percorso scolastico, vuol dire che il loro metodo ha fallito”. La disparità linguistica crea infatti situazioni dove “in quinta elementare c’è un ragazzo italiano e un ragazzo straniero, il ragazzo italiano è più avanti di uno o addirittura di due anni” rispetto al compagno. Per Valditara, “parlare l’italiano è il primo passo per sentirsi italiani” e condizione essenziale per avere un futuro lavorativo.
Nuovi programmi: meno dinosauri, più civiltà occidentale e grammatica
La riforma dei programmi scolastici ha eliminato contenuti ritenuti superflui per privilegiare i “valori fondanti della nostra civiltà“. Valditara ha criticato aspramente i vecchi libri di testo: “Due pagine dedicate al Dinictis, un felino vissuto 40 milioni di anni fa in Messico, ampiamente estinto”, mentre “la storia greca, la storia romana, il cristianesimo venivano messi in secondo piano”.
Il ministro ha rilanciato l’importanza della grammatica contro “lo spontaneismo espressivo” promosso dalla sinistra, ricordando che “più di un terzo degli italiani quando legge un testo fa fatica a capire il significato”. Le nuove indicazioni prevedono il ritorno di poesie a memoria, riassunti e latino: “Memorizzare le poesie ti dà un patrimonio di bellezza, di sensibilità, di espressioni, di vivacità intellettuale straordinaria”.
Sulla controversia dei cellulari vietati, Valditara ha ribattuto alle critiche spiegando l’investimento di “2 miliardi e 100 milioni di euro per digitalizzare le scuole” e l’organizzazione del primo convegno mondiale su “intelligenza artificiale e scuola” a Napoli. Tuttavia, “l’abuso del cellulare fa male allo sviluppo cerebrale dei nostri giovani” secondo l’Istituto Superiore di Sanità, giustificando il divieto totale anche negli istituti superiori.
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