Migranti, la stretta di Germania, Francia e altri quattro Paesi Ue: “Più rimpatri, anche in Siria e Afghanistan”
“Oggi sappiamo che con tutta evidenza in questo ambito non ce l’abbiamo fatta, come lei intendeva allora”, ha detto il cancelliere tedesco Friedrich Merz a proposito della frase dell’ex cancelliera Angela Merkel che nel 2015, nel pieno della crisi migratoria, coniò il celebre slogan “ce la facciamo” ma anche “andrà tutto bene” (Wir schaffen das). A segnare la svolta arriva anche l’iniziativa che vede la Germania unirsi alla Francia e ad altri quattro Paesi Ue in una dichiarazione congiunta per una stretta sul diritto d’asilo e in particolare sui rimpatri degli irregolari. “C’è la volontà comune di ridurre l’immigrazione di rifugiati in Europa. L’intenzione è quella di inviare un segnale visibile di unità, solidarietà e impegno comune”, ha detto il ministro degli Interni tedesco, Alexander Dobrindt, al fianco degli omologhi di Austria, Danimarca, Francia, Repubblica Ceca e Polonia. Intenzioni messe nero su bianco durante un incontro sullo Zugspitze, in Baviera, al quale ha preso parte anche il Commissario europeo per gli Affari Interni Magnus Brunner.
L’attenzione è rivolta a espulsioni sistematiche, anche verso Siria e Afghanistan, a una migliore protezione delle frontiere esterne dell’Ue e a un maggior numero di ammissioni di richiedenti asilo respinti da parte di Stati extra-Ue. Dobrindt ha sottolineato la “linea comune” che lui e i suoi interlocutori avrebbero perseguito in materia di politica migratoria. L’esito delle consultazioni è stato “un segnale visibile di unità, visibilità e impegno condiviso”. La Germania non è più “un freno” in Europa sulla migrazione ma è la forza trainante, ha assicurato Dobrindt, aggiungendo che “vogliamo procedure di asilo più rapide; non vogliamo più tripli controlli”. “I rimpatri effettivi sono un prerequisito essenziale per la fiducia in una politica migratoria europea equilibrata”, si legge nella dichiarazione congiunta. Questi devono essere “possibili”, affermano i ministri nella loro dichiarazione con riferimento anche a Paesi come Siria e Afghanistan.
E proprio “questa mattina la Germania ha deportato 81 cittadini afghani nel loro Paese d’origine nell’ambito di un’operazione di rimpatrio collettivo. Si tratta di uomini afghani legalmente obbligati a lasciare il Paese e con precedenti penali”, ha comunicato Dobrindt, spiegando che si tratta dell’attuazione “di un’importante disposizione dell’accordo di coalizione, che prevede anche deportazioni in Afghanistan, a partire dai criminali e da coloro che sono considerati pericolosi”. L’operazione di rimpatrio è stata realizzata “con l’ausilio del partenariato strategico per la sicurezza con l’Emirato del Qatar“. Ancora: “Le espulsioni in Afghanistan devono continuare a essere possibili in modo sicuro. Nel nostro Paese non esiste alcun diritto di soggiorno per i criminali gravi”, ha dichiarato il ministro. “I deportati sono uomini afghani legalmente obbligati a lasciare il Paese. Verrà loro imposto un divieto di ingresso e soggiorno. Il governo federale intende continuare a effettuare rimpatri in Afghanistan anche in futuro”.
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