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Migranti in coda per giorni per chiedere asilo, condannata la Questura di Torino: “Organizzazione discriminatoria”

Un modello organizzativo che “integra una discriminazione diretta, individuale e collettiva”. Così una sentenza del Tribunale civile di Torino ha definito la gestione delle domande di protezione internazionale da parte della Questura cittadina, accogliendo il ricorso di 18 migranti rappresentati dall’Associazione studi giuridici sull’immigrazione (Asgi). Sotto accusa le lunghissime code e gli ostacoli burocratici per presentare le istanze, nonché i criteri adottati dall’ufficio per ricevere le persone in attesa, definiti “oscuri” dal giudice. Il provvedimento condanna l’amministrazione a rivedere l’organizzazione entro quattro mesi, seguendo il modello della Questura di Milano.

Le pratiche in materia di asilo sono state gestite a lungo in una sede decentrata in corso Verona, dove le cronache raccontavano di locali fatiscenti, personale ridotto all’osso e utenti costretti a restare in fila per giorni con tanto di bivacchi notturni. Da marzo quella sede è stata abbandonata e “sono state adottate diverse misure organizzative volte ad eliminare il fenomeno delle code presso gli sportelli”, rivendica la Questura annunciando appello contro la sentenza. “Con tali misure organizzative e il potenziamento dell’organico”, sottolinea l’aministrazione, “a decorrere dal 1° gennaio e sino al 31 luglio 2025, l’ufficio Immigrazione di Torino ha emesso 48.919 permessi di soggiorno, circa novemila in più rispetto al corrispondente periodo dell’anno precedente. La situazione complessiva è in costante miglioramento; rispetto al passato sono attive procedure che consentono percorsi facilitati per la presentazione delle istanze da parte degli stranieri”, viene aggiunto.

La senatrice torinese del Pd Anna Rossomando annuncia un’interrogazione al ministro dell’Interno Matteo Piantedosi: “Si conferma la necessità di fare chiarezza sulle modalità di funzionamento della gestione delle pratiche nell’ufficio immigrazione”, dichiara. La sentenza, afferma invece la Cgil Torino, “è importante perché fa emergere una condizione che da tempo denunciamo e sulla quale stiamo cercando soluzioni efficaci”. Per il sindacato di polizia Siulp le carenze non danneggiano solo gli utenti, “ma anche i poliziotti, costretti a operare in ambienti inidonei, prima tra tutti la sede di corso Verona: una struttura pericolante e insalubre che metteva a rischio sia la salute dei lavoratori che la dignità delle persone in coda per ore e ore”, afferma il segretario generale torinese Eugenio Bravo.

Foto d’archivio

L’articolo Migranti in coda per giorni per chiedere asilo, condannata la Questura di Torino: “Organizzazione discriminatoria” proviene da Il Fatto Quotidiano.


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