Migranti, in calo nel 2024 in Slovenia. Pesa la caduta del regime di Assad
19.04.2025 – 07.01 – Nonostante se ne discuta con accanimento, specie nei periodi elettorali, i dati rilasciati dall’agenzia di frontiera Frontex confermano che l’immigrazione clandestina è in calo in tutta Europa del 30%. Scendendo nel dettaglio della vicina Slovenia, i dati finora comunicati confermano come, nei primi tre mesi dell’anno, la Polizia slovena abbia intercettato 3876 attraversamenti irregolari, meno del 60% a confronto col 2024. Come mai? La caduta del regime di Assad e il tentativo – seppure tra molte incertezze – di rilanciare la Siria quale credibile attore internazionale ha avuto conseguenze anche sulla migrazione, incoraggiando un ‘ritorno a casa’ di molti migranti presenti in Europa, oltre a togliere ragione d’essere alla precedente giustificazione per i rifugiati. Nel 2024 i siriani erano stati infatti 3806 solo lo scorso anno; nel 2025 finora sono invece solo 234, meno di un terzo dei numeri precedenti. In rapida discesa anche il numero dei rifugiati afgani, scesi a meno della metà (524) e dei marocchini, anch’essi in calo di due terzi circa (375). Tuttavia le analisi confermano una parallela crescita degli immigrati, stavolta di natura economica, dal Bangladesh e dall’Egitto; nonostante siano numeri che, nel totale conteggiato, rimangono in calo.
Verso la fine di marzo circa 3300 migranti illegali hanno inoltre chiesto in Slovenia di essere considerati rifugiati, un numero che è quasi tre volte meno a confronto coi primi tre mesi del 2024. E inoltre, tra coloro che hanno chiesto protezione internazionale, solo 833 hanno inoltrato richiesta di asilo, la metà a confronto con l’anno precedente. Statistiche che confermano un ruolo della Slovenia come nazione di transito: sono davvero pochi gli immigrati clandestini che qui chiedono lo status di rifugiato, preferendo proseguire oltre, specie verso l’Europa centrale e gli stati del nord. Molti tra coloro che chiedono asilo politico abbandonano la Slovenia prima ancor che l’iter burocratico sia concluso.
Si tratta, va da sé, di dati che citano solo i flussi migratori intercettati dalla polizia slovena; rimangono al di fuori della rete coloro che si muovono, tramite la Rotta Balcanica, specie via terra, mirando a sconfinare in provincia di Trieste o di Udine. Le lunghe file di scarpe, magliette e documenti abbandonati che costellano molti sentieri del Carso sono un’efficace testimonianza di questi passaggi, dei quali s’ignora l’entità e l’effettiva consistenza. La caduta di Assad ha senza dubbio facilitato il rientro di molti rifugiati, ma la Rotta Balcanica rimane terreno percorso soprattutto da clandestini provenienti dall’oriente, in primis Pakistan e Bangladesh. Il fenomeno è ormai familiare: si tratta di famiglie, se non intere piccole comunità, le quali mettono assieme le proprie risorse, ‘investendo’ sul giovane della famiglia incaricato di giungere in Europa in cerca di lavoro.
[z.s.]