Abruzzo

Migranti: i naufraghi raccontano di violenze in Libia – Abruzzo

(ANSA) – ORTONA, 28 MAR – I naufraghi soccorsi da Emergency
che sono sbarcati oggi ad Ortona (Chieti) erano partiti da
Zwara, in Libia, nel primo caso, e da Sfax, in Tunisia, nel
secondo e nel terzo. I naufraghi che hanno vissuto o transitato
in Libia riportano di episodi di violenza. “Io e la mia nipotina
di 4 anni, che accudivo all’epoca – riferisce una donna – siamo
rimaste in prigione in Libia per un anno. Mi hanno picchiata in
qualsiasi parte del corpo. Ho ancora le cicatrici. Ogni sera
sceglievano una donna da violentare. Per fortuna a me non è mai
toccato. Mentre ci picchiavano, fumavano come se fosse un
gioco”.
   
Le persone provenienti dalla Tunisia hanno passato più di tre
giorni in mare navigando alla deriva. “Ho 45 anni e soffro di
ipertensione – spiega una donna delle Costa d’Avorio, tra i
superstiti -. Ho passato tre giorni in mare, senza bere, né
mangiare, senza avere la possibilità di usare un bagno, sotto il
sole cocente e nel freddo notturno. Quando ci avete soccorsi,
avevo ovunque sul corpo la benzina che si era rovesciata dalle
taniche. Non riuscivo a camminare, a reggermi in piedi. Mi hanno
dovuta portare di peso”.
   
“Appena ho visto peggiorare la situazione in Tunisia ho
deciso di far partire subito mia moglie con la nostra bimba. Non
vedo l’ora di ristringerle tra le mie braccia – racconta un uomo
della Costa d’Avorio -. Io sono rimasto in mare tre giorni.
   
Abbiamo incontrato tanti pescherecci, ma i pescatori ci dicevano
che non potevano farci imbarcare sulle loro navi perché
rischiavano denunce penali. Avrebbero chiamato i soccorsi.
   
Quando abbiamo visto la vostra nave abbiamo capito che non ci
avreste lasciato morire”.
   
Attiva in operazioni di ricerca e soccorso dal dicembre 2022,
la Life Support termina oggi la sua quarta missione. In questi
quattro mesi, ha salvato la vita di 564 persone. (ANSA).
   

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