Microsoft taglia 9.000 posti di lavoro
06.07.2025 – 13.32 – Sembrava surreale, eppure non lo è: Microsoft è pronta a tagliare 9.000 posti di lavoro. Lo ha annunciato il noto colosso tech di Redmond, con l’obbiettivo di contenere i costi e allo stesso tempo continuare il proprio percorso già avviato verso un’investimento maggiore nell’intelligenza artificiale. Il risultato? Un ondata di licenziamenti che colpirà circa il 4 per cento della forza lavoro globale. La strategia presa delinea degli obbiettivi chiari e precisi: rendere i processi aziendali meno burocratici e snellire i livelli di management per un processo decisionale decisamente più rapido. Si tratta di “cambiamenti per posizionarci meglio in un mercato in continua evoluzione”, così ha dichiarato uno degli esponenti della nota multinazionale statunitense.
Intanto le traiettorie di Microsoft si delineano sempre di più, con un forte orientamento predisposto all’uso dell’intelligenza artificiale, un ambito che ad oggi richiede degli investimenti sempre più colossali, specie per addestrare modelli avanzati e poter costruire delle infrastrutture che si possano abilitare all’uso di data center e server ad alte prestazioni.
In questo scenario non sfugge certamente il saldo legame con OpenAI, di fatto uno dei partner strategici di Microsoft in cui il colosso tech ha già investito miliardi di dollari. Nonostante questo, la collaborazione tra le due imprese globali sembra vivere un momento piuttosto delicato: il CEO di OpenAI San Altman, si ritrova infatti al momento impegnato nel tentativo di trasformare la propria startup in una società a scopo di lucro, se non fosse che per realizzare tale obbiettivo, avrebbe bisogno dell’ok di Microsoft. Momentaneamente si vocifera su trattative ancora in corso, ma con possibili e pesanti frizioni.
Intanto, l’intelligenza artificiale continua a procedere, e come se non bastasse, a una velocità altissima. Non è fantascienza, ma economia vera e propria: perché mentre si investono miliardi per insegnare alle macchine a pensare, si riduce lo spazio per tutti coloro che, fino a poche settimane fa, erano pagati per progettare, gestire ed affiancare proprio quelle macchine.
Mai più che adesso si presenta un paradosso che stride, portandoci davanti a un divario che non trova vie di mezzo, mettendo alla luce un fatto che non si può più ignorare: l’IA non è più solo uno strumento, ma un vero e proprio motore che riesce a muovere intere strategie aziendali, ridefinendo totalmente quelle che sono le priorità e riscrivendo le regole del lavoro umano. Crea opportunità, con la possibilità di cancellarne tante altre in un attimo.
Il rischio, che in parte è già realtà, mostra un risultato solo: che a forza di puntare tutto sul futuro, ci si dimentichi chi lo sta ancora vivendo.
[n.m]