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Michelle Obama a proposito della figlia Malia che fa la regista ma non usa il suo cognome: «Sta cercando la sua strada»

Michelle Obama torna a parlare di affari di famiglia. Questa volta l’argomento sono le figlie, Sasha, 23 anni, e in particolare la primogenita Malia, 25 anni, che ha scelto di lavorare nel mondo del cinema senza utilizzare il suo cognome. Così l’ex first lady statunitense, ai microfoni del podcast di Kate e Oliver Hudson, Sibling Revelry, ha spiegato: «È molto importante per loro sentire di aver guadagnato quello che stanno ottenendo nel mondo. Vogliono che si sappia che lavorano sodo e non che semplicemente ottengono le cose. Sono molto sensibili a questo aspetto».
Le due giovani donne fin da adolescenti hanno sempre cercato di mostrarsi indipendenti: «Hanno sicuramente attraversato un periodo in cui c’è stato un allontanamento, quel momento in cui stai cercando di distinguerti». Adesso vogliono soltanto che le loro capacità siano comprese e apprezzate per l’impegno che ci mettono. Ed è questo il motivo per cui Malia Obama ha scelto di non usare il cognome per apparire nei titoli di coda del cortometraggio da lei scritto e diretto, The Heart, trasmesso al Sundance Film Festival nel 2024. In quel caso si è firmata come Malia Ann, che è il nome della defunta madre di Barack, Ann Dunham, morta nel 1995. Il timore era che la parola “Obama” avrebbe finito per oscurare il lavoro fatto: «Le abbiamo detto: sanno comunque che sei tu, Malia – ha spiegato Michelle Obama – ma abbiamo rispettato il fatto che sta cercando di farsi strada».
Anche il padre, commentando la decisione di Malia sul podcast The Pivot Podcast nell’ottobre 2024, aveva usato la stessa argomentazione: «Il suo primo film è stato selezionato per il Sundance e per altri festival cinematografici molto esclusivi e nei titoli di coda non ha inserito il cognome. Le ho detto: “Sai che sapranno comunque chi sei”. E lei ha risposto: “Voglio che lo guardino per quello che è, senza alcuna associazione con il nome Obama”». In quell’occasione l’ex presidente confessò che Malia e Sasha sono due «cocciute» che desiderano farsi valere certamente non per «la fama della famiglia»: «Il difficile per noi – ha ammesso parlando anche a nome della moglie – è aiutarle ma rendendoci conto che su questo le nostre figlie sono molto sensibili».
La coppia presidenziale è più volte tornata sul tema delle figlie e sulla necessità che riuscissero a vivere il periodo alla Casa Bianca senza eccessiva pressione: «La loro attitudine – ha detto l’ex presidente – è sempre stata: “Questa situazione non l’abbiamo voluta noi”. Sono sempre state con i piedi per terra». Ai tempi della presidenza, più volte ha chiesto ai giornalisti di non coinvolgere o seguire le figlie, ed è contento che sia effettivamente andata così. Un lavoro faticoso, ma di cui gli Obama sembrano contenti: «Con l’età, penso che stiano afferrando i nostri principi educativi. Hanno una comprensione più chiara del perché abbiamo fatto molte delle cose che abbiamo fatto», ha concluso Michelle Obama.


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