Michela Frare tra i protagonisti di Arezzo Blu Cosplay
C’è anche la disegnatrice Disney, Michela Frare tra gli ospiti dell’edizione zero di Arezzo Blu Cosplay, l’evento targato Autismo Arezzo che andrà in scena sabato 3 maggio all’interno del cas di Pescaiola. L’iniziativa è nata per celebrare i 10 anni dell’associazione che, in questa giornata, festeggia il prestigioso traguardo con un mix di eventi, incontri e festa.
L’intervista
Michela, sei una delle firme italiane che danno vita ai personaggi Disney più amati. Cosa significa per te partecipare a un evento come Arezzo Blu Cosplay, che celebra la fantasia e l’inclusione.
Per me poter partecipare a questo evento è una occasione meravigliosa, perché il disegno e la fantasia sono due strumenti magici, che possono dare la possibilità di esprimersi a ciascuno di noi. Anche chi ha delle difficoltà o usa un modo di esprimersi estremamente personale, può trovare il modo di comunicare con un linguaggio universale usando disegni e fantasia.
Da Topolino a Frozen, i personaggi che disegni parlano ai sogni di tutte le generazioni. Secondo te, come può il disegno diventare un ponte tra mondi diversi, anche per chi vive la realtà con una sensibilità particolare come le persone autistiche.
In parte ho involontariamente risposto a questa domanda nella precedente risposta. Il disegno è una forma di comunicazione estremamente personale e creativa e diventa a tutti gli effetti un ponte fra mondi diversi. Ognuno di noi ha una sensibilità differente e questi ragazzi sono dotati di una sensibilità ancora più grande e profonda. Il disegno è una forma di espressione. Disegnando, possono quindi esprimersi e possono far parlare la parte più profonda della loro anima. Molto spesso il disegno può comunicare molto più delle parole.
Lavorare per Disney richiede di trasmettere emozioni fortissime con pochi tratti. Come riesci a mantenere viva la “magia” senza mai tradire l’autenticità dei personaggi?
Il compito di noi artisti è non solo quello di disegnare i personaggi Disney mantenendo sempre le loro caratteristiche caratteriali ben precise e riconoscibili, ma anche quello di disegnarli sempre “a modello”, ovvero fedeli al loro disegno originale. Questo è importante per amalgamare sempre le diverse mani degli artisti che ci lavorano. Siamo tantissimi e ognuno ha un suo tratto che lo rende diverso e riconoscibile, ma quando dobbiamo realizzare ad esempio, storie di Frozen, non possiamo personalizzarli con il nostro stile. Dobbiamo bensì realizzare un disegno che segua le linee guida che ci vengono fornite con le references, o model, dei vari personaggi.
Diversa invece la cosa se si disegna per la rivista di Topolino. In questo caso è permesso ai disegnatori di realizzare i personaggi di Paperopoli e Topolinia con uno stile più personale e quindi perfettamente riconoscibile fra gli artisti.
Arezzo Blu Cosplay è una festa della creatività senza confini. Se potessi immaginare una storia Disney ispirata a questo evento, che tipo di avventura racconteresti?
Non saprei, ma mi viene spontaneo pensare a Stitch, un personaggio alieno, che inizialmente aveva problemi di comunicazione e integrazione, era un personaggio decisamente problematico. Grazie alla forza dell’amore datogli da Lilo, riesce a integrarsi e impara a esprimersi in maniera totalmente diversa, trovando anche un posto nella sua nuova famiglia terrestre. E il termine “ohana” racchiude un significato profondo meraviglioso, perché “Ohana significa famiglia, e famiglia vuole dire che nessuno viene abbandonato o dimenticato”. E il segreto di tutto è proprio l’amore che possiamo donare al prossimo.
Qual è stato per te il personaggio più sfidante da interpretare graficamente? E quale invece ti somiglia di più nella tua sensibilità artistica?
Fra i personaggi più difficili da disegnare sicuramente potrei annoverare le varie principesse Disney. Ed Elsa è proprio una di queste! Non è per nulla facile disegnarle. Hanno delle regole ben precise da rispettare.
Fra i personaggi che mi somigliano di più o ai quali mi sento più vicina potrei dire che per molti versi mi sento di assomigliare a Paperino e per altri a Rapunzel.
Il cosplay permette di indossare i panni dei propri eroi. Nel tuo lavoro, ti capita di “indossare” emotivamente i personaggi mentre li disegni?
Accade sempre! Mentre disegno mi accorgo spesso di assumere l’espressione che sto disegnando al personaggio in quel momento. Ed è davvero buffa e molto divertente come cosa. Il fatto è che quando disegno mi diverto io per prima e recito assieme ai miei personaggi.
Nella tua carriera hai lavorato su mondi molto diversi, da Cars a Black Widow. Quanto conta per un artista mantenere uno sguardo aperto e curioso sulla diversità degli stili e delle storie?
È importante essere il più duttile possibile, saper passare da una property ad un’altra senza troppi intoppi. Ma non è nemmeno così scontato. Non tutti riescono a disegnare tutto. Anche io per quanto abbia una mano che spazia fra molti mondi molto diversi fra loro, ho comunque dei limiti. Ma almeno una volta ci provo sempre a vedere se quella property o quello stile sono nelle “mie corde” prima di rinunciare in partenza. Bisogna sempre mantenere uno sguardo aperto e curioso sulla diversità degli stili, perché è sempre motivo di crescita personale.
A chi, tra i partecipanti di Arezzo Blu Cosplay – magari giovani con sogni artistici – volesse diventare disegnatore di storie, quale consiglio daresti per coltivare fantasia, tecnica e fiducia in sé stessi?
Se è il sogno più grande ed è animato da grande passione, consiglio sempre di avere fiducia in se stessi, non arrendersi alle prime difficoltà e crederci fino alla fine. Non è un mondo facile quello dell’illustrazione e del fumetto, c’è bisogno di tanta umiltà e voglia di mettersi in discussione sempre per poter crescere e migliorarsi, perché ogni giorno si può imparare sempre qualcosa di nuovo. Un altro consiglio che dò sempre è anche quello di osservare tanto, di guardare degli autori di riferimento che hanno già fatto quelle cose con maestria e attingere il più possibile da loro. Osservando e guardando con attenzione si impara tantissimo.
Oggi, a differenza di quando intrapresi io questa strada ormai esattamente 25 anni fa, ci sono tantissime opportunità in più.
Sono presenti tantissime scuole e corsi di fumetti in tutta Italia che possono aiutare a iniziare il percorso per diventare fumettista.
Infine, se Topolino, Elsa o Ralph partecipassero ad Arezzo Blu Cosplay, come li disegneresti per raccontare l’energia speciale di questa giornata dedicata alla magia della diversità?
Beh penso che sarebbero tutti qui a giocare e a divertirsi assieme ai ragazzi, ognuno di loro alla fine ha trovato il proprio modo di esprimersi e di tirare fuori la parte che lo contraddistingue, esattamente come ci sono riusciti questi ragazzi, ciascuno con la propria sensibilità creativa e la propria forma di espressione.
Parlerebbero tutti la stessa lingua, quella della fantasia e della creatività.
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