Meta patteggia con gli azionisti nella class action per lo scandalo Cambridge Analytica
Meta ha patteggiato con gli azionisti per lo scandalo di Cambridge Analytica. Il processo si è aperto il 16 luglio a Wilmington (Delaware) e una giornata è bastata per arrivare ad un accordo. L’azione legale, del valore di 8 miliardi di dollari, era stata intentata contro i vertici di Meta, primo fra tutti Mark Zuckerberg, per non aver svelato i rischi legati alle informazioni usate dalla società di gestione dei big data che, tra le altre cose, aveva sostenuto Donald Trump nella sua campagna elettorale del 2016.
Nel 2019 il numero uno di Meta e altri membri del consiglio di amministrazione avevano dovuto pagare una multa da 5 miliardi per le presunte violazioni della privacy di circa 87 milioni di utenti Facebook. Violazioni che andavano contro l’accordo del 2012 tra la società e la Federal Trade Commission, che richiedeva di rendere trasparente le informazioni sulla raccolta e condivisione dei dati degli utenti, richiedendo un “consenso espresso” per la condivisione di quelli che andavano oltre le impostazioni sulla privacy. Al momento i termini dell’accordo non sono stati resi noti.
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