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Mercato auto Europa, -5,1% a giugno. Bene i marchi cinesi

Nuovo tonfo per il mercato auto europeo (UE+EFTA+UK): a giugno sono state immatricolate 1.243.732 autovetture, il 5,1% in meno rispetto al giugno 2024. Tra i cinque maggiori mercati continentali solo quelli di Spagna e Regno Unito sono in crescita (+15,2% e +6,7%), mentre la Francia perde il 6,7%, la Germania il 13,8% e l’Italia addirittura il 17,4%.

Numeri che diventano impietosi se confrontati con quelli ante-pandemia e guerre (2019), rispetto a cui il calo tocca il 19,1%. Oltretutto, i volumi ante-crisi sono stati già raggiunti e superati nel resto del mondo che non fa parte dell’Unione Europea. “Alla base del declino ci sono i prezzi persistentemente elevati, le tensioni geopolitiche ed economiche con i partner commerciali europei e la realtà del mercato post-pandemico”, spiega l’analista Felipe Munoz, sottolineando come l’Europa abbia “perso l’equivalente di oltre 2,5 milioni di vendite annuali dal 2019”.

“Questa situazione è dovuta in larga misura alla politica dell’UE per imporre la transizione energetica, o meglio l’auto elettrica, vietando a partire dal 2035 la possibilità di immatricolare auto a combustione interna, innescando una crisi profonda dell’industria dell’auto europea che oggi rischia di soccombere per la concorrenza delle auto cinesi e per gli oneri imposti dall’Unione per produrre e lanciare auto elettriche in larga misura non gradite dal pubblico”, spiega il Centro Studi Promotor.

Nel primo semestre di quest’anno la quota delle auto elettriche ha raggiunto il 17,5% “grazie ad incentivi pubblici generosi, ma anche, in alcuni paesi come Regno Unito e Spagna, con un impegno diretto da parte delle case automobilistiche con stanziamenti generosi per concedere sconti di assoluto rilievo agli acquirenti di auto elettriche”, sostiene CSP.

Sullo sfondo rimane (e preoccupa) l’ascesa dei costruttori cinesi in Europa: nel primo semestre 2025 i marchi della Repubblica Popolare hanno registrato una crescita dei volumi del 91% a 347.135 unità immatricolate, raggiungendo una quota di mercato record del 5,1%: ammontava al 2,7% un anno fa. Una crescita legata sia al business dei marchi europei di loro proprietà (come Volvo), sia a quelli “cinesi nativi”.

Sicché i brand del Dragone, col loro 5,1% di quota di mercato, sono appena al di sotto del 5,2% della Mercedes (il cui principale azionista è il colosso cinese Geely) e si mettono alle spalle costruttori del calibro di Ford, ferma al 3,8%. BYD, Jaecoo, Omoda, Leapmotor e Xpeng sono sempre più apprezzati per un rapporto qualità/prezzo particolarmente convincente, figlio di listini estremamente competitivi. Emblematico, in particolare, il caso BYD: nel primo semestre il marchio ha consegnato 70.500 autovetture, facendo segnare uno stellare +311%; e a giugno è arrivata a 15.565 unità vendute, superando Suzuki, Mini e Jeep.


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