“Mercati emergenti e più import dagli Usa”: il piano di Tajani per rispondere ai dazi di Trump
ROMA – Aumentare di oltre il 10% l’export delle imprese italiane verso i Paesi emergenti e ridurre il surplus commerciale con gli Stati Uniti per congelare i dazi di Donald Trump. Il ministro degli Esteri Antonio Tajani ha presentato a Villa Madama il “Piano d’azione per ‘export italiano nei mercati extra-Ue ad alto potenziale”. Un appuntamento annunciato da tempo e che inizialmente era stato indicato dal ministro stesso come la cornice dalla quale sarebbero state annunciate le contromisure italiane alla guerra commerciale della Casa Bianca.

I rinvii sui dazi Usa-Ue
In poche settimane è cambiato tutto, più volte, ovviamente su input del presidente statunitense. Che prima ha minacciato, poi avviato, quindi sospeso e minacciato ancora dazi sui beni in arrivo da paesi stranieri. In attesa di ulteriori giravolte, ad oggi è previsto che i dazi contro Messico e Canada entrino in vigore il 2 aprile, a meno di ulteriori rinvii.


Data cruciale anche per lo scudo alle merci in arrivo dall’Unione europea e quindi dall’Italia. La Commissione ha annunciato contromisure per 26 miliardi di prodotti americani, salvo poi posticipare tutto di due settimane.
L’Ue ammorbidisce le contromisure
Il presidente di turno del Consiglio Ue, Donald Tusk, ha ribadito la posizione “morbida” nei confronti del partner a stelle e strisce. “Le tattiche tariffarie dell’amministrazione Usa sono molto flessibili – ha dichiarato da Bruxelles – Quindi potrebbe non valere la pena reagire immediatamente e in modo massiccio a un annuncio o addirittura a una decisione, come nel caso dell’acciaio e dell’alluminio. Dovremmo invece valutare se sia possibile trovare un altro modo per convincere i nostri alleati a evitare tali azioni”.
Dazi Usa: “L’Italia risponda aumentando l’import”
Da Roma, Tajani plaude al rinvio concordato con il commissario Sefcovic: “Mi ha espresso la sua intenzione di non avviare una guerra commerciale con gli Stati Uniti, ma di avere una posizione di prudenza”. E ha condiviso il contenuto della discussione avuta con il segretario di Stato americano Mark Rubio proprio sulla guerra commerciale. Secondo Tajani ci sono margini per evitare una reazione europea con i contro-dazi alle tariffe Usa.


“Possiamo favorire l’internazionalizzazione delle nostre imprese – suggerisce il ministro – investire di più negli Stati Uniti. Dagli Usa possiamo importare di più, per esempio nel settore della difesa anche in un’ottica di rafforzamento del pilastro europeo della Nato”.
Le critiche del Pd
Maggiore import dagli Usa per ribilanciare il surplus con gli Usa, piuttosto che alzare barriere tariffarie.Non si è fatta attendere la risposta del Partito democratico. “Con il Tajani-pensiero siamo oltre la subalternità. Siamo alla sindrome di Stoccolma in purezza. Ma questi qui chi li consiglia? – la critica del responsabile Economia del partito Antonio Misiani – Tradotto: se uno ti vuole rapinare, non reagire. Non chiedere aiuto agli altri. Arrenditi. Anzi, aiutalo il più possibile“.
“Far crescere l’export altrove”
Per il ministro l’obiettivo rimane comunque aumentare l’export, rivolgendosi ad altri mercati. Il target dichiarato è di portare il valore dell’export italiano a 700 miliardi di euro, rispetto agli attuali 626, più del 10% del valore assoluto. E non coinvolgere in questo il secondo paese d’esportazione per l’Italia, gli Stati Uniti, altrimenti la forbice si allarga ancora di più.
“Abbiamo individuato Paesi ad alto potenziale come Turchia, India, Arabia Saudita, Messico, Brasile, Vietnam, Algeria, oltre a intere aree come i Balcani occidentali, l’Asia Centrale e l’Africa“, ha dichiarato. Il piano prevede anche “missioni economiche e business forum, costruiti su dossier-paese che individuano settori e opportunità concrete”.
La riforma del ministero
Il vicepremier ha spiegato che nei prossimi giorni verrà presentato la riforma del ministero ceh diventa “bicapite”, ovvero “con una testa politica e una testa economica e con una direzione generale finalizzata alla crescita, quindi soprattutto focalizzata sulle esportazioni”.
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