Meraviglie e leggende di Genova
Il cielo cambia colore, l’azzurro cede il passo a riflessi che si fanno via via sempre più rossi, il tramonto abbraccia la città regalandole una sorta di fragile pace che, per qualche minuto, lascia tutto in sospeso.
Così, mentre il mare fa dondolare lentamente l’ultima parte della banchina, la Lanterna, colorata dagli ultimi raggi di sole, si mostra amorevole sorvegliante di Genova.
Questo è uno dei tanti momenti che l’Isola delle Chiatte regala a chi si spinge fino in fondo al molo del Porto Antico che costeggia l’Acquario.
La storia di questo luogo è unica e intreccia passato e presente, rimanendo preziosa testimonianza dell’anima laboriosa del porto.
Le chiatte, imbarcazioni piatte e robuste, vennero introdotte alla fine del XIX secolo per superare le limitazioni infrastrutturali di un porto che, all’epoca, non poteva accogliere direttamente le grandi navi per via delle banchine corte e dei fondali poco profondi.
Accadeva dunque che le navi di grandi dimensioni rimanessero ancorate in rada e che il carico venisse trasferito su queste unità galleggianti, spola con la terraferma, facendole diventare essenziali per il funzionamento del porto.
Le chiatte divennero anche piccoli magazzini temporanei galleggianti, riuscendo ad ampliare la capacità operativa senza immediati lavori infrastrutturali.
Insomma, le chiatte furono decisive per lo sviluppo del porto tra la fine dell’Ottocento e la metà del Novecento e fu solo con la modernizzazione e con l’impiego dei container che queste imbarcazioni iniziarono a essere impiegate sempre meno.
Ma oggi, grazie anche all’intuizione dell’architetto Renzo Piano, la storia delle chiatte prosegue in un modo del tutto nuovo.
In occasione del G8 del 2001, l’archistar che già aveva firmato il restyling del Porto Antico per il quinto centenario dalla Scoperta dell’America, ha deciso di trasformare alcune testimoni del ‘porto che fu’ in un nuovo spazio: l’Isola delle Chiatte, intitolata al celebre musicista genovese Luciano Berio.
Le chiatte, unite tra loro, sono state rivestite da un basamento di legno a cui, in un secondo momento, sono state aggiunte ringhiere e panchine, rendendo questo spazio un luogo unico dove passeggiare e dove rilassarsi.
Da qui si gode di una vista panoramica suggestiva sul porto e sulla città, facendone un luogo di osservazione privilegiato e un’oasi sul mare.
L’isola, tuttavia, sa anche vestire i panni di un vivace centro culturale che ospita performance musicali, teatrali e culturali con eventi di vario genere intrecciando in maniera perfetta storia e contemporaneità, tramandando la memoria di questi straordinari strumenti, fondamentali per il funzionamento del porto, lasciando che diventino anche luogo di incontro e di relax.
Sedendosi su una delle panchine, mentre il sole tramonta e la Lanterna si tinge di rosso, sembra proprio di sentire i camalli passarsi le merci, mentre le chiatte solcavano le acque in un laborioso via vai. Un legame tangibile tra la città e la sua antica tradizione marinara.