Economia

Meno figli, più esigenze: cambia il turismo family in Italia


Le famiglie di oggi non sono più quelle di una volta: meno numerose, ma con aspettative più alte nei confronti della vacanza. Per l’hotellerie italiana, il messaggio è chiaro: per continuare a presidiare il segmento delle famiglie con bambini, occorre evolversi. La buona notizia? Investire in un’offerta family ben costruita porta a ritorni economici significativi.

Lo conferma il Family Report 2025, il primo studio nazionale che analizza i dati, i bisogni e le opportunità del turismo family in Italia. Condotto dalla società di consulenza Thrends per Italy Family Hotels, il consorzio che riunisce 155 strutture family friendly in 17 regioni italiane, l’analisi evidenzia come costruire un prodotto family vincente non significhi semplicemente aggiungere un’area giochi, ma progettare un sistema coerente, riconoscibile e di valore.

Il nuovo turismo family

Un dato è evidente: il calo della natalità impatta anche sul turismo. Oggi alla reception si presentano famiglie più piccole, ma anche più eterogenee, attente alla qualità e al benessere condiviso. E quando si parla di “famiglia”, si intende un target ampio che comprende genitori single, famiglie ricostituite, vacanze con i nonni o gruppi di famiglie amiche.

E allora come intercettare e soprattutto fidelizzare questo pubblico? E perché conviene farlo? “I nostri clienti spendono in media il 30% in più rispetto a quelli di un hotel non specializzato”, spiega Alberto Gnoli, amministratore di Hospitality Marketing. E infatti, assicura Monica Acquistapace di Italy Family Hotels, “dal 2019 le richieste di preventivo al nostro consorzio sono più che raddoppiate. E il ritorno medio per ogni affiliato è dieci volte superiore all’investimento annuo per l’affiliazione”. L’obiettivo, entro i prossimi cinque anni, è raddoppiare le strutture aderenti, passando dalle attuali 155 a 300 hotel.

Investire per rendere il proprio hotel una struttura a misura di famiglia, insomma, conviene. Secondo il report, le strutture che hanno effettuato una ristrutturazione completa in chiave family hanno registrato in media un incremento dell’85% dei ricavi per camera, dell’80% dell’ADR (tariffa media per camera) e del 35% del tasso di occupazione.

Un family hotel ben progettato, sottolinea Gnoli, “è in grado di sostenere un premium price, fidelizzare il cliente e diventare leader nella sua destinazione”.

I servizi che fanno la differenza

Secondo il Family Report 2025, l’elemento chiave è l’allineamento tra spazi, servizi e aspettative. Tutto parte dalla stanza: una family room ben progettata, con dotazioni baby, ampie armadiature, bagno funzionale e due ambienti notte separati, migliora sensibilmente l’esperienza dei genitori.

Fondamentale anche la ristorazione, tra i principali indicatori della qualità percepita del soggiorno: menù baby e infant, buffet a misura di bambino, orari flessibili, seggioloni, attenzione a diete speciali e intolleranze, biberonerie e snack bar accessibili sono oggi imprescindibili.

L’animazione è un altro elemento centrale: il report raccomanda di destinare almeno il 10% della superficie dell’hotel ad aree gioco, differenziate per età, con spazi morbidi per i più piccoli, laboratori creativi, sale per miniclub e zone gaming.

Un ulteriore 10% degli spazi dovrebbe essere dedicato all’acqua: piscine con aree baby, spray park, giochi d’acqua e zone relax, magari con spazi benessere per gli adulti e orari dedicati alle famiglie.

Infine, i servizi trasversali e l’attenzione ai dettagli fanno spesso la differenza: passeggini e biciclette per bambini, merende disponibili, servizio baby-sitting, check-in personalizzati, informazioni sulle attività locali. Sempre più importante anche la possibilità di lavorare in vacanza: spazi di coworking, connessione wi-fi veloce e ambienti silenziosi sono oggi richieste frequenti da parte dei genitori in smart working.


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