Memoria, storia e curiosità: buon compleanno Isernia! (VIDEO) | isNews
Tra archeologia, sacralità e romanizzazione un viaggio tra le vie del centro storico con Luca Inno e Andrea Zullo di ISarc in occasione dell’anniversario della fondazione della città avvenuta nel 263 a.C.
di Pietro Ranieri
ISERNIA. Un viaggio a ritroso nel tempo, fino alle origini stesse della città. In occasione del solstizio d’estate, l’associazione culturale ISarc ha proposto una riflessione sulle antiche radici di Aesernia, in un intreccio affascinante di studi storici, archeologici e astronomici. La data della fondazione della colonia latina, secondo l’ipotesi sostenuta da diverse fonti e studi, ricadrebbe proprio tra il 20 e il 24 giugno del 263 a.C. A suggerirlo è un passo di Plinio il Vecchio, che nella sua Naturalis Historia (libro XVIII, paragrafo 264) scrive: “Solstitium peragi in octava parte cancri et VIII kalendae iulius”, ovvero “Il solstizio si verifica nell’ottava parte del Cancro e l’ottava delle calende di luglio”, data che corrisponde proprio a oggi, il 24 giugno. Con Luca Inno e Andrea Zullo le telecamere di isNews hanno esplorato le vie del centro storico alla ricerca di quella memoria, della storia e delle curiosità legate a questa ricorrenza.
GUARDA IL VIDEO
Secondo la tradizione e la prassi romana, il giorno del solstizio era il momento propizio per fondare nuove città. In tale occasione venivano tracciati, seguendo la luce del sole all’alba e al tramonto, gli assi principali dell’abitato: cardo e decumano, incrociati in corrispondenza del punto in cui spesso sorgeva un tempio. Tecniche riscontrabili anche in altre realtà urbane del mondo antico, di matrice greca ed etrusca.
La deduzione di Aesernia, come colonia latina, si inserisce in un contesto storico preciso. Dopo la vittoria romana nella terza guerra sannitica, culminata nella battaglia di Sentino del 295 a.C., i territori dei popoli italici sconfitti furono progressivamente assoggettati. Con la conclusione del conflitto, nel 290 a.C., Roma avviò un processo di riorganizzazione capillare, imponendo una pax iniqua e sostituendo le popolazioni locali con coloni provenienti dall’Urbe.
Il sito fu scelto per ragioni sia strategiche che geomorfologiche: una zona fertile, ricca d’acqua e pianeggiante, particolarmente adatta a ospitare un insediamento strutturato. Gli agrimensori romani, incaricati di studiare e predisporre il terreno, curavano ogni aspetto, conciliando esigenze religiose, topografiche e infrastrutturali: dalla bonifica del suolo alla costruzione di acquedotti, templi, mura e strade. Secondo gli studi di Luca Inno, i due templi principali dell’area risultano perfettamente allineati con i punti astronomici del solstizio.
La distinzione tra colonia latina e colonia romana era netta. Le prime, come Aesernia, erano abitate da alleati e veterani, dotate di un’autonomia amministrativa e capaci di coniare monete proprie, ma obbligate a fornire contingenti militari a Roma in caso di guerra. In altri casi, le colonie venivano impiantate su centri già esistenti, ristrutturati secondo i criteri urbanistici dell’Urbe.
La fondazione di una colonia era un atto solenne, deliberato dai comizi popolari su proposta dei tribuni della plebe, o in circostanze particolari, dai consoli. Il rito di deduzione avveniva solo dopo un’attenta pianificazione e preparazione, a dimostrazione della precisione con cui Roma imponeva la propria presenza sui territori conquistati.
Source link