Meloni: “Da Israele attacchi inaccettabili”. Roma a Tel Aviv: “Ora fate chiarezza”
da Roma
Alla fine Giorgia Meloni decide di mettere da parte la cautela diplomatica degli ultimi mesi e condanna pubblicamente e con nettezza i raid israeliani su Gaza. Un affondo che fino a ieri aveva evitato di fare anche per non compromettere le buone relazioni tra Roma e Tel Aviv, che permettono all’Italia sia di muoversi tramite i canali diplomatici con il governo di Benjamin Netanyahu e i Paesi arabi dell’area, sia di avere la possibilità di soccorrere e portare negli ospedali italiani i bambini palestinesi feriti. A un cessate il fuoco, è sempre stata la linea di Palazzo Chigi, ci si arriva solo con il dialogo e non certo interrompendo le relazioni diplomatiche. Così, nonostante la situazione sempre più critica di Gaza – che nel question time del 14 maggio alla Camera Meloni aveva definito «ingiustificabile» – la premier ha sempre seguito la linea di evitare strappi.
Fino a ieri, appunto. Quando per la prima volta – e con una nota ufficiale – Meloni è andata dritta al punto. «I raid israeliani su Gaza – dice – colpiscono anche la chiesa della Sacra Famiglia. Sono inaccettabili gli attacchi contro la popolazione civile che Israele sta dimostrando da mesi. Nessuna azione militare può giustificare un tale atteggiamento». Parole a cui hanno fatto seguito quelle del ministro degli Esteri Antonio Tajani, che ieri ha sentito il suo omologo israeliano Gideon Saar ribadendo il disappunto italiano e chiedendo che sia fatta chiarezza sulle responsabilità del raid che ha colpito l’unica chiesa cattolica di Gaza. «Gli attacchi dell’esercito israeliano contro la popolazione civile a Gaza – dice il titolare della Farnesina – non sono più ammissibili». E ancora più netto è il ministro della Difesa Guido Crosetto. «Oggi, come ieri, come una settimana fa, come il mese scorso e tre mesi fa – dice – sono morti altri palestinesi innocenti. Uomini, donne, bambini, che non fanno parte di Hamas ma semmai ne sono prigionieri e ostaggi». Poi l’affondo: «Alcune forze di Israele non si possono quasi fare complici di Hamas nell’uccidere palestinesi non combattenti. Così si fa il gioco dei terroristi».
La sensazione, insomma, è che da parte del governo italiano ci sia stato un cambio di passo, forse dovuto anche alle difficili interlocuzioni degli ultimi mesi tra Roma e Tel Aviv, che non solo non è mai sembrata troppo sensibile alle sollecitazioni per un cessate il fuoco ma è arrivata a dare chiaramente l’impressione di volere una guerra a oltranza. Non a caso, durante il question time di maggio, Meloni non aveva esitato a definire le sue telefonate con Netanyahu «conversazioni spesso difficili».
Sul raid che ha colpito la chiesa della Sacra Famiglia intervengono anche i presidenti delle Camere. Ignazio La Russa parla di «fatto gravissimo», perché «colpire luoghi di culto e civili inermi non può essere considerato parte legittima di alcuna operazione militare». La seconda carica dello Stato esprime poi «vicinanza alla comunità cristiana e a Padre Romanelli» e auspica «uno scatto di responsabilità da parte di tutti». Dello stesso tenero le parole del presidente della Camera Lorenzo Fontana. «È inammissibile – dice – che la popolazione civile di Gaza continui a essere oggetto di attacchi che coinvolgono innocenti e che in queste ore hanno interessato anche la chiesa della Sacra Famiglia. Sono vicino alle vittime e alla comunità locale così duramente provata. Queste violenze devono finire».
Proprio ieri, intanto, la Camera ha bocciato a maggioranza una mozione sottoscritta da Pd, M5s e Avs per sospendere il memorandum d’intesa militare tra Italia e Israele come reazione a quanto sta avvenendo nella Striscia. Con l’opposizione che ha subito puntato il dito contro il governo. «Questo massacro – attacca la segretaria del Pd Elly Schlein – continuerà finché Netanyahu non sarà fermato, per questo non è sufficiente che Meloni definisca inaccettabile quanto sta accendendo.
Non bastano le parole, servono i fatti». E gli fa eco il leader del M5s Giuseppe Conte. «Meloni – dice l’ex premier – ci risparmi le dichiarazioni e le frasi ipocrite dopo silenzi, complicità e oltre 60mila palestinesi morti».
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