Meglio la cover o l’originale?
Vi ho parlato nelle scorse settimane di alcuni rifacimenti illustri in ambito musicale: dai Rockets con On the Road Again, ai Boney M con Brown girl in the ring” e Tracy
Spencer con “Run to me”. Nell’epoca degli inglesismi esasperati, forse avrei dovuto usare la parola “#cover”,
probabilmente più attuale ed alla moda. Oppure “remake”, preso in prestito dal mondo cinematografico.
Ma cos’è tecnicamente una cover?
Si definisce tale un’esecuzione o una registrazione di un brano precedentemente inciso da un musicista diverso dal compositore o dall’artista che l’ha riproposto.
Questa nuova versione può differire più o meno dalla versione originale, soprattutto attraverso l’adattamento musicale (come la strumentazione, la struttura melodica o il tempo), ma condivide sempre una somiglianza in termini di struttura.
Il mondo della #musica è pieno zeppo di musica rifatta. In molti casi siamo di fronte ad una cover più o meno ufficiale, o quanto meno apertamente dichiarata. In tanti
altri invece la nuova versione riprende brani decisamente vecchi, perlopiù sconosciuti o poco baciati dalla fortuna di un seppur minimo successo.
Fatta questa premessa, volutamente generica, vi segnalo due casi di cover “clamorose”, quelle che quando le scopri come tali, ti viene spontaneamente da
dire “ah…però”!!
Nel 1992 Whitney #Houston canta “I Will Always Love You”, diventata celebre soprattutto per essere il tema del film “Guardia del corpo” con Kevin Costner. Ma la
versione originale è quella di Dolly Parton, uscita ben 19 anni prima Interessante anche la genesi della famosa “#Respect” di Aretha #Franklin, edita nel 1967. Questa canzone, oltre a brillare di luce propria, ha goduto nel corso degli anni di ulteriori rilanci promozionali per essere stata utilizzata come sottofondo musicale in diversi spot pubblicitari. Pochi sanno però che in realtà il primo a
cantare “Respect” era stato due anni prima Otis Redding, altro gigante del blues anni ‘60. Ed una decisa iniezione di giovinezza il brano “Respect” l’ha avuta poi nel 1988
quando la cantante statunitense Adeva esce con un pezzo omonimo in perfetto stile house, molto raffinato ed accattivante. Consiglio di ascoltarvi le varie versioni per capire l’evoluzione della musica,
soprattutto in termini di #qualità del #suono, e per dire se è meglio la cover o l’originale.
E come sempre…
Buona musica a tutti.
✍️ Dj Franco B