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Meglio il tagliere in legno, più sicuro contro i batteri

Matteo Bassetti: “Attenzione, non è vero che i taglieri in plastica sono meglio. Il legno inattiva tutti i batteri nel giro di tre minuti”

Contrordine: non sono i taglieri in plastica quelli più sicuri quando si tratta di igiene e segnatamente di batteri, ma quelli in legno. A dirlo è l’infettivologo Matteo Bassetti, che da tempo informa i suoi follower sui rischi per la salute che si annidano negli aspetti quotidiani della nostra vita. “Due taglieri che abitualmente utilizziamo nella nostra pratica quotidiana, uno di legno e uno di plastica”, mostra in video Bassetti. “Siamo abituati a pensare che sia meglio la plastica del legno dal punto di vista dei batteri”, “E invece no – spiega l’infettivologo – uno studio del Wisconsin ha dimostrato che il tagliere di legno entro tre minuti è in grado di inattivare tutti i batteri che vanno sulla superficie e entrano dentro, mentre nella plastica rimangono vivi più a lungo e sono in grado di sopravvivere per anche molto più a lungo”. Una scoperta che si allinea anche con un recentissimo studio pubblicato su Frontiers in Microbiomes, e guidato dai ricercatori dell’Università dell’Oregon (UO) secondo i quali per gli ospedali, il materiale di molte superfici andrebbe ripensato, sostituendo il legno alla plastica, proprio per le sue proprietà antibatteriche. “In genere si pensa che il legno sia antigienico in ambito medico”, ha affermato il professore Mark Fretz , co-direttore dell’Institute for Health in the Built Environment dell’UO e ricercatore principale dello studio.

“Ma in realtà il legno trasferisce microbi a una velocità inferiore rispetto ad altri materiali meno porosi come l’acciaio inossidabile”. Per l’esperimento, blocchi di legno lamellare incrociato sono stati sigillati in scatole di plastica disinfettate per creare un microambiente con temperatura e umidità attentamente controllate. Per simulare un ambiente sanitario, l’aria è stata filtrata e ricambiata a velocità simili a quelle previste dalle normative ospedaliere. Il team ha spruzzato i blocchi con acqua di rubinetto, li ha inoculati con un cocktail di microbi comunemente presenti negli ospedali e ne ha prelevati campioni per un periodo di quattro mesi. Una scatola di plastica vuota è stata utilizzata come superficie di controllo.

I campioni di legno hanno mostrato livelli di abbondanza batterica inferiori rispetto al contenitore di plastica. “Quindi non sempre moderno vuol dire meglio, quindi non sempre la plastica meglio del legno” conclude Bassetti che aggiunge “Tante volte abbiamo detto ‘Attenzione al legno perché può rappresentare un problema’, nella realtà questo studio dimostrerebbe che i batteri muoiono più velocemente nel legno che non nella plastica. Torniamo alle tradizioni del nostro buon legno”.


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