Mediobanca, il cda boccia il rilancio: “Offerta senza razionale e convenienza”
MILANO – Il cda di Mediobanca boccia per l’ennesima volta l’offerta pubblica di scambio lanciata da Mps, anche alla luce del rilancio da 0,9 euro in contanti annunciato da Luigi Lovaglio martedì scorso.
“Un’offerta priva di razionale e convenienza”. Così il cda di Mediobanca ha bocciato la nuova offerta con rilancio da parte di Mps. Come spiega un comunicato stampa, il cda di piazzetta Cuccia, riunitosi stamattina sul rilancio dell’Ops, “ribadisce che l’Offerta risulta priva di razionale industriale nonché priva di convenienza per gli azionisti di Mediobanca”. La delibera del cda è stata assunta con il voto contrario di Sandro Panizza e l’astensione del vicepresidente Sabrina Pucci, i due consiglieri eletti nel 2023 con la lista Delfin.


“Il nuovo corrispettivo” dell’Ops di Mps – spiega il comunicato – “esprime una valorizzazione di Mediobanca che non riconosce in maniera adeguata il valore intrinseco dell’azione di Mediobanca anche alla luce della prospettiva del Piano ‘One Brand-One Culture’ esteso al 2028 e non remunera adeguatamente il contributo che Mediobanca darebbe al valore della combined entity”.
Sintetizzando, il concambio proposto da Rocca Salimbeni, sia cash che in azioni, “continua a porre a carico degli azionisti di Mediobanca gran parte dei rischi connessi al raggiungimento degli obiettivi strategici dell’offerta definiti da Mps”. Il nuovo corrispettivo, si legge ancora, “non è dunque di per sè sufficiente, anche alla luce dei rischi di dissinergie e di distruzione di valore che caratterizzano l’offerta, a mutare la precedente valutazione di non congruità e inadeguatezza già espressa dal board nei mesi scorsi”.
Ma il cda va anche oltre la considerazione sulla convenienza dell’offerta Mps e punta il dito contro il vero scopo dell’operazione, prendere il controllo di Mediobanca e del pacchetto del 13% di Generali che ha in pancia. Mps vuole “assumere il controllo, anche di fatto, di Mediobanca, anche dinanzi ai rilevanti rischi di dissinergie e di distruzione di valore”, scrive il cda.
A questa valutazione il cda è giunto considerando che Mps insieme al rilancio ha rinunciato alla condizione del raggiungimento della soglia del 66,7%, che darebbe diritto a una fusione, non ha messo una nuova soglia al 51% e si accontenta di quella minima del 35% che può consentirle il controllo del cda di Mediobanca anche senza sfruttare i benefici fiscali sulle perdite pregresse.
Questa mattina i titoli delle due banche registrano ancora un forte calo: Mps perde il 3,23% a 7,24 euro e Mediobanca lascia sul terreno il 2,77% a 19,16 euro. L’offerta di Mps scade lunedì 8 settembre e finora è stato apportato il 38,5% del capitale, superando così la soglia minima del 35% che rende l’offerta valida. Il regolamento delle azioni avverrà il 15 settembre e dal 16 al 22 settembre vi sarà una riapertura dell’offerta con regolamento il 29 settembre. Da lì in poi partirà la fase di transizione che porterà a fine ottobre Mediobanca ad avere un nuovo cda.
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