Basilicata

Medico scomparso a Nocera Terinese, ritrovati gli occhiali

Ritrovati gli occhiali di Antonio Blaganò, scomparso a Nocera Terinese, intanto di figlio del medico continua a chiedere indagini urgenti e analisi del cellulare per evitare tragedia irrisolta.


LAMEZIA TERME – Un nuovo tassello si aggiunge alla misteriosa scomparsa del medico lamentino Antonio Blaganò, scomparso nel nulla lo scorso 24 luglio scorso fra Nocera Terinese e San Mango d’Aquino. Questa mattina, 30 luglio 2025, i vigili del fuoco hanno rinvenuto gli occhiali dell’uomo. “Fare accertamenti tecnici sul telefono cellulare. Mio padre potrebbe finire come uno dei tanti dispersi di cui non si sa più nulla, o non si vuole sapere più nulla”. Nuovo appello di Francesco Blaganò, figlio di Antonio Blaganò, medico lametino in servizio alla Guardia medica di Nocera Terinese. Una telecamera riprende il medico mentre esce in fretta con una scarpa a un piede e una ciabatta all’altro.

Francesco Blaganò, in particolare, insiste nell’apertura di un fascicolo con l’iscrizione di notizia di reato affinché si possano soprattutto eseguire gli accertamenti tecnici sul cellulare del medico lasciato nella postazione di Guardia medica insieme ai suoi effetti personali. Alle 5 del mattino di venerdì 25 luglio, come si ricorderà, hanno trovato l’auto del medico, una Seicento blu nuovo modello, con il motore acceso e lo sportello lato guida aperto, in una stradina di località Galasso di San Mango D’Aquino che costeggia il fiume Savuto.

MEDICO SCOMPARSO A NOCERA, RITROVATI GLI OCCHIALI, L’APPELLO DEL FIGLIO: “NON È UNA SEMPLICE SCOMPARSA”

“La scomparsa di mio padre – ribadisce Francesco Blaganò che ha pubblicato anche un video -appello – è tutto tranne che quella di un escursionista che si è perso tra le montagne. Perché, durante il suo servizio, è uscito repentinamente alle 5 del mattino? E dove si dirigeva? Qualcuno lo ha chiamato? Non possiamo rassegnarci che mio padre diventi un’altra tragedia irrisolta”. Sulle ricerche spiega che “dal momento della scomparsa, le autorità hanno iniziato una serie di ricerche a tappeto con elicotteri, droni, cinofili e volontari, per verificare se fosse sperduto vicino a dove hanno trovato l’auto. Ieri nel tardo pomeriggio hanno proceduto a controllare un burrone vicino a dove i cani molecolari avevano rinvenuto delle tracce: si pensava potesse essere nel burrone, ma arrivati fino in fondo non l’hanno trovato”.

Quindi ribadisce l’importanza delle indagini: “Allo stato attuale, sembra che l’unico procedimento che si sia attivato sia quello delle persone scomparse. E parliamoci chiaro, credo che vigili del fuoco, squadrone cacciatori, carabinieri in generale con elicotteri, droni, stiano facendo un grandissimo ed egregio lavoro. Ma le indagini? Attenzione, non gli accertamenti preliminari a un’ indagine che assolutamente non permettono di fare gli accertamenti tecnici di cui ho parlato in precedenza (celle e tabulati telefonici). Le indagini? E se qualcuno sia dietro la scomparsa di mio padre?

RITARDI NEGLI ACCERTAMENTI SUL CELLULARE

Le indagini per quello che mi consta non sono iniziate – rimarca -. Ancora non mi hanno confermato l’iscrizione di notizia di reato, e la prova ne è che il cellulare, come hanno dichiarato le autorità “sarà controllato nei prossimi giorni”. Nei prossimi giorni…”. Quindi aggiunge che “l’unica ragione valida per cui il cellulare di mio padre non sia stato controllato è perché non c’è l’iscrizione come notizia di reato. O almeno, così mi è stato detto nei giorni passati e non mi sembra che sia cambiata la cosa.

Se qualcosa è cambiato e come vogliono far intendere alla mia famiglia e alle reti televisive, “si sta verificando su ogni pista”, allora quando inizierete ad aprire il suo cellulare? Non so in chi risiede la causa di questo ritardo burocratico, non punto il dito su nessuno ma solo chiedo aiuto alle istituzioni. Comprenderete bene che la mia premura è la tempistica: se mio padre fosse ancora vivo, nella mani di qualche malintenzionato o anche solo se potessero dal telefono ottenere informazioni per localizzarlo, perché aspettare e ridurre ancor di più le chance di trovarlo vivo? Non basta solo trovarlo, ma anche trovarlo subito, se vogliamo trovarlo in vita”.

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LA VERITÀ SULLE CALZATURE E LA POSSIBILE MINACCIA

“Mio padre – sottolinea Francesco Blaganò – lo si sta cercando come un povero sciagurato che si è perso tra le montagne, anche se teoricamente “non si scarta nessuna pista”. Dico questo perché l’enfasi del racconto è posta sul seguente dettaglio: dato che delle telecamere vedono uscire dalla guardia medica mio padre alle 5 del mattino con una scarpa al piede destro e una ciabatta al piede sinistro, “addirittura dello stesso verso, destro”, questa è prova chiara e inequivocabile che ci troviamo di fronte a un caso di una persona disorientata. La storia di un povero medico che ha avuto un malore o sia uscito fuori di testa e si sia perso tra le montagne.

“Non lo dicono – prosegue il figlio – in questi termini, ma è chiaramente questo il significato di voler porre l’accento su questi dettagli completamente inutili. Sminuendo in modo vergognoso la prova più importante che hanno nelle mani, il cellulare, come qualcosa “che sarà controllato nei prossimi giorni”.

E ribadisce: “Io conoscevo mio padre e tutto era tranne che fuori di testa. Ha sempre avuto questa peculiarità di non allacciarsi le scarpe e in generale non prestare molta attenzione al tipo di calzato: è questo un motivo per giudicare una persona e soprattutto sentenziarla nell’oblio? Per escludere la possibilità che va bene, questo dottore è uscito un po’ disorientato e con poco gusto per le scarpe, ma se qualcuno lo ha chiamato e lo ha portato con sé? O gli ha fatto del male successivamente? Se una persona fosse stata minacciata, uscirebbe tranquillo?”.

IL TIMORE DI UNA “TRAGEDIA IRRISOLTA”

Infine, rivela che “la cosa peggiore è che ieri sera mi hanno comunicato che questo pomeriggio potrebbero decidere di ridurre gli uomini impiegati nella ricerca. Insomma, come potete immaginare, realisticamente, mio padre potrebbe finire come uno dei tanti dispersi di cui non si sa più nulla, o non si vuole sapere più nulla”.


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