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Maturità, Valditara: “Già pronta la riforma. Vogliamo una prova che valuti la persona a 360 gradi, non solo conoscenza e competenza”

Valditara apprezza l’intervento di Giovanni Lo Storto pubblicato sul Corriere della Sera, pur rilevando come si sia limitato “a prendere spunto dalla polemica giornalistica relativa ad alcuni recenti fatti” senza approfondire “la complessiva azione posta in essere dal ministero dell’Istruzione e del Merito e la filosofia che la ispira”.

I fatti della “protesta”: pochi studenti contro migliaia di esempi virtuosi

Partendo dai dati reali, il Ministro chiarisce che “nemmeno una decina di studenti ha rifiutato di sostenere l’esame orale alla cosiddetta Maturità“. Una contestazione che ha avuto “più rilevanza mediatica” rispetto alle “ben più numerose testimonianze di giovani che hanno affrontato in un reparto di oncologia l’intero anno scolastico volendo a tutti costi sostenere l’esame finale”.

Molti di questi studenti, sottolinea Valditara, “hanno preso 100 e lode” dimostrando “grande impegno, voglia di farcela, voglia di avere un futuro, senso di responsabilità“.

La riforma in arrivo: un esame che valuti la persona a 360 gradi

Il Ministro annuncia, inoltre, che la riforma dell’esame di Stato è “già pronta” e mira a riportarlo a “vero esame di Maturità, valutando “non solo le conoscenze e le competenze, ma il grado di autonomia, di responsabilità, insomma di autentica crescita dello studente”.

Per Valditara, mettere “realmente la persona al centro” significa “aiutarla ad affrontare le sfide della vita” attraverso il “rispetto delle regole” e l’assunzione delle “proprie responsabilità”.

La strada opposta, quella “che nega la valutazione, che rifugge dalla competizione, che rifiuta il merito, rappresenta secondo il Ministro il fallimentare percorso “del vietato vietare, del 6 e del 18 politico” che non aiuta “veramente i giovani a diventare adulti”.

La riforma dell’orale: più centralità a maturità, autonomia e argomentazione

Relativamente all’assetto dell’esame, nelle settimane passate, Valditara aveva anticipato il recupero della denominazione “esame di maturità” e una revisione del colloquio orale per misurare non solo conoscenze e competenze, ma anche responsabilitàautonomia e capacità argomentativa dello studente.

I due scritti resteranno, mentre l’orale punterà a un’impostazione più multidisciplinare, utile a certificare la “maturazione complessiva” e a valorizzare i percorsi, dalle competenze trasversali all’educazione civica. L’impianto prende le mosse anche dai casi registrati nelle ultime settimane: episodi di “scena muta” che, con l’attuale normativa, non hanno impedito il conseguimento del diploma quando il punteggio minimo è stato raggiunto grazie a crediti e prove scritte.

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