Sport

Matteo Cotelli: “Alleno in A a 38 anni, studio il basket di Messina per lo scudetto a casa mia”


Brescia in testa alla Serie A di basket non è una novità: lo è stata a lungo un anno fa, con Peppe Poeta in panchina, in una stagione culminata con la sua prima finale scudetto. Ora la guida Matteo Cotelli, 38 anni, il più giovane coach del campionato. Dopo due giornate la Leonessa è in vetta con Virtus Bologna e Tortona.

Prima di affidarle la panchina, la Germani aveva cercato Cinzia Zanotti, storica coach della Geas Sesto San Giovanni, A-1 femminile.
“Ben venga che l’allenatore di una squadra maschile possa essere una donna. Unire due mondi insegna sempre qualcosa, fa crescere. Magari le avrei fatto da assistente, come ho fatto con Poeta, e non sarebbe stato di sicuro un problema, ma un arricchimento”.

Lei come arriva al basket?
“Ho giocato fino a 25 anni, ero playmaker, ma a 18 un mio allenatore, Cesare Tomasi, mi disse “vieni a darmi una mano”, lasciando intendere che il mio posto era in panchina e non in campo. Mi ha cambiato la prospettiva”.

Nella sua vita c’è spazio per altro?
“Mi mancano 5 esami per laurearmi in giurisprudenza, sono un avvocato mancato, ma da qualche anno ho lasciato da parte lo studio. Essere allenatore è quello che mi permette di esprimere la mia personalità. Un giorno mi piacerebbe riprendere: non mi piace lasciare le cose incompiute. Ma in facoltà ho conosciuto la mia compagna, Mara. Abbiamo un bambino, Gabriele, di un anno. Ci sposiamo il 29 novembre. Non è una data casuale”.

Un anniversario?
“No, è quando si ferma il campionato, c’è la finestra Fiba per le nazionali. In Comune abbiamo chiesto proprio quella data”.

La panchina del club della sua città ora è sua: è una responsabilità doppia?
“Sono partito 15 anni fa in questa società e ho coperto ogni ruolo: assistente nelle giovanili, videoanalyst, assistente in A2, assistente in Serie A. Per me è un sogno che si avvera e si rinnova. Sarà scontato, banale dirlo, ma mi sento fortunato ad aver trovato un patron come Mauro Ferrari. Io sono bresciano e tifoso della Leonessa. Brescia per me è il mio cuore e la mia pelle”.

In che tipo di basket crede?
“La nostra filosofia è a grandi linee la stessa dello scorso anno: divertirci in campo e di far divertire il pubblico. L’idea è vivere partita dopo partita, giornata dopo giornata provando a metterci allegria e un basket offensivo. Ma dal momento che nel basket non esiste il pareggio e che fondamentalmente si diverte solo chi vince, proveremo sempre a tenere alto il nostro livello. Dove arriveremo non lo so, ma è importante conoscere la direzione in cui vogliamo andare”.

Fare meglio dello scorso anno significherebbe vincere lo scudetto.
“L’obiettivo finale è provare a giocare quelle partite che ti mettono i brividi adosso, quelle che assegnano trofei”.

C’è una figura alla quale si ispirava ai suoi inizi?
“Ettore Messina. Ho studiato sul suo manuale, “Basket” e ho sognato dentro quelle pagine. Quando ci siamo affrontati in Supercoppa mi ha detto “benvenuto”. Gli devo molte cose e gliel’ho detto”.


Source link

articoli Correlati

Back to top button
Translate »