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Mattarella: 'Guerra di aggressione fuori dalla storia'

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“In tutto il mondo le Università sono chiamate a elaborare riflessioni adeguate alle condizioni che abbiamo, ai mutamenti che vi sono, agli scenari nuovi. Scenari che fanno comprendere come sono fuori dal tempo e dalla storia comportamenti da potenza del secolo scorso, che conducono ad una guerra di aggressione, ad annettere territori o a competizioni accanite su aspetti marginali”. Lo ha detto il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, intervenendo a Ferrara all’apertura dell’anno accademico di Unife, il 632/mo dalla sua fondazione,e parlando anche del conflitto in Ucraina. “Sono questi gli aspetti rilevanti che contrassegneranno il mondo futuro. E a questo è chiamato il mondo a riflettere. E a fare da avanguardia in questa riflessione devono essere le università. Gli atenei hanno questa vocazione, questo ruolo: riflettere per approfondire scenari e indicare percorsi con cui affrontarli. Questo è il mondo che hanno i giovani di fronte, questo è il mondo che le università devono aiutarli a interpretare e governare”, ha aggiunto il Capo dello Stato. Citando la prolusione dell’ex ministro Patrizio Bianchi, dedicata a Nicolò Copernico, laureato in diritto canonico a Ferrara, Mattarella ha ricordato che “all’epoca di Copernico c’era già una comunanza di approfondimento e di studio, basti pensare che in questo ateneo tra Copernico, polacco e Paracelso, svizzero vi era una commistione, una messa in comune di saperi che ha posto le basi dell’Europa, è stato il crogiolo in cui si è formata l’Europa e la sua cultura. Questo ruolo dell’università non è più solo in questo nostro oggi dovuto all’Europa, al nostro continente, è un’esigenza globale”, ha detto.

Presenti in platea anche l’ex premier Romano Prodi – che prima dell’inizio della cerimonia ha dialogato a lungo con l’ex ministro della Cultura Dario Franceschini, ferrarese – il sottosegretario alla Cultura Vittorio Sgarbi e presidente della fondazione Ferrara Arte, il presidente dell’Emilia-Romagna Stefano Bonaccini, il sindaco Alan Fabbri, poi Moni Ovadia, direttore generale del Teatro comunale e il vescovo Gian Carlo Perego.

 

 

“Vorrei prendere il dato che ha sottolineato il professor Bianchi, quello delle tendenze demografiche accoppiato a quello della distribuzione della ricchezza nel mondo. Vi sono elementi di profonda diversità nelle varie zone del mondo. Queste differenze un tempo venivano assorbite all’interno dei territori locali, in sede locale, in ampie grandi regioni, ma dentro ciascun continente, separatamente. Non è più così perché il mondo è diventato un’unica comunità, sempre più stretta e interconnessa, sempre più raccolta al proprio interno” ha sottolineato il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, al teatro comunale di Ferrara per l’inaugurazione dell’anno accademico. “Al tempo di Copernico questa condizione di comunità sovra i confini e di ogni parte nel mondo allora conosciuto e frequentato, l’Europa, era propria soltanto dei clerici vagantes, degli studenti e docenti che giravano fra le prime e poche Università dopo l’anno 1000 a intessere fili di cultura comune. Adesso questa condizione è globale, anche per questo la rettrice ha ricordato le lotte e le sofferenze delle donne in Afganistan e in Iran. Non è un pensiero a Paesi diversi e lontani, è una sottolineatura della mancanza di libertà e dei diritti di persone che appartengono alla nostra stessa comunità, la comunità mondiale, sempre più stretta, sempre

“Se pensiamo che tra 20 o 30 anni l’Africa avrà una popolazione che sarà tre o quattro volte quella dell’Europa ci rendiamo conto di come questi sono gli scenari che vanno affrontati. Scenari totalmente nuovi che richiedono un impegno di studio, di applicazione, di iniziative totalmente nuove”. Lo ha sottolineato il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, riprendendo le parole sui cambiamenti demografici del professor Patrizio Bianchi nel discorso per l’apertura dell’anno accademico dell’Università di Ferrara. “E’ una condizione – ha detto – che richiede davvero un approfondimento che non sempre registriamo. Nel nostro mondo queste condizioni di mutamento sono alle volte avvertite come estranee e lontane: questo fa comprendere perché l’Onu abbia esortato a riformulare l’educazione e l’istruzione per rendere il mondo adeguato alle sue condizioni attuali. Per questo vi è un’esigenza di approfondimento che compete alla dimensione scientifica, a quella educativa”. più intensamente correlata al proprio interno”.

“Chiediamo che il nostro Paese consideri il benessere psicologico diritto fondamentale dell’individuo al pari della salute fisica sia con l’introduzione della figura dello psicologo di base, ma soprattutto con una riforma sistemica che decostruisca i pilastri meritocratici”. Lo ha detto Alessandra De Fazio, presidente del consiglio degli studenti di Unife. “Non siamo più disposti ad accettare senso di inadeguatezza, depressione o perfino suicidi a causa delle condizioni imposte da un sistema malato che baratta la persona per la performance”, ha detto alla presenza del presidente Mattarella.

 


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