Mattarella: «Cessate il fuoco immediato a Gaza. È disumano affamare un’intera popolazione»
Sergio Mattarella usa parole nette sul conflitto in Medio Oriente. Davanti alla premier Giorgia Meloni, al ministro degli Esteri Antonio Tajani e al corpo diplomatico riunito al Quirinale, il Presidente della Repubblica chiede «il cessate il fuoco immediato» a Gaza e condanna senza ambiguità le condizioni umanitarie nella Striscia. «È disumano che venga ridotta alla fame un’intera popolazione, dai bambini agli anziani», dice. E invita Israele a garantire l’accesso agli aiuti umanitari: «L’esercito israeliano renda accessibili i territori della Striscia all’azione degli organismi internazionali».
Mattarella riafferma la necessità di una soluzione politica al conflitto israelo-palestinese: «I palestinesi hanno diritto al loro focolare entro confini certi». Un riferimento esplicito alla linea dei «due popoli, due Stati» sostenuta dall’Unione europea.
Il capo dello Stato denuncia anche «l’erosione dei territori attribuiti all’Autorità Nazionale Palestinese», un probabile riferimento alle continue espansioni israeliane in Cisgiordania. E chiarisce che il diritto umanitario va rispettato sempre, anche in guerra.
Nel suo discorso, Mattarella collega quanto sta accadendo a Gaza ad altri scenari globali. «L’occupazione illegale di territori di un altro Paese non può essere presentata come misura di sicurezza», dice, in una critica implicita sia alla Russia in Ucraina che al governo israeliano. «Si rischia di scivolare in una logica di dominio e barbarie nei rapporti internazionali».
Non manca una condanna netta dell’attacco di Hamas del 7 ottobre, definito «sanguinario». E un richiamo all’allarme per la crescita dell’antisemitismo in molte parti del mondo. Ma sottolinea che la sicurezza di Israele non può essere garantita attraverso «la semina di sofferenza e rancore».
Nel giorno della Festa della Repubblica, Mattarella ribadisce il valore della pace come fondamento costituzionale. E lancia un messaggio alla politica: «La pace non è un’utopia per anime ingenue. È il frutto del lavoro paziente di statisti lungimiranti. Non basta evocarla, serve costruirla, ogni giorno, con atti concreti».
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