Matchin Criteria – II: Il post-rock alla bolognese :: Le Recensioni di OndaRock
Matteo “AKA5HA” Castaldini, produttore, Giovanni Tamburini, tromba e chitarra, Lorenzo Servali, contrabbasso e tastiere, Martin Del Rio, batteria e tastiere, compongono il collettivo Matchin Criteria (nascita e base a Bologna). Nel loro primo mini “I” (2023), complici anche componimenti come il loro manifesto, la sonata jazz condotta da un pianoforte lo-fi “First Criteria”, si espongono per opposizioni e contrasti: rarefatti ma ornati, melodici ma variati, pacati ma isterici, classicamente compiti ma anche svagati d’easy listening.
Il secondo parto, l’Ep “II”, amplia gli orizzonti e, ancor di più, approfondisce le possibilità finora poco più che intraviste, con l’elettronica ormai assurta a direttrice d’orchestra (d’ensemble), anziché semplice manomissione. “Anthitesis” ha così un certo quale assetto di vecchia psichedelia tremula organo-chitarra ma ricostruita in laboratorio di alieni e “After Before After” è una torch song Etta James-iana maciullata da un gargantuano groove sincopato che sparge distorsioni e dissonanze a ogni battuta.
Il complesso prende via via anche una centrata piega mistica. La frase-tessitura pianistica d’apertura a “Before Before After” suona come una preghiera alzata a inno universale. Il duetto tra chitarra folk e la tromba in sordina in “O” sfiora con eleganza le contrizioni quartomondiste di Jon Hassell. La danza di “Repeat” digrada in progressione a raga trascendentale.
AKA5HA in cabina di regia fa bello e cattivo tempo. A un tempo distilla con cristallinità e concisione creazioni di cura certosina e, d’altro canto, toglie frettolosamente fiato ai compari rischiando di stazionare nel limbo delle intenzioni. Affascina sempre, comunque, per la purezza della sua forza primigenia, la magia dei pulviscoli sonici, oltre gli steccati del nu-jazz, anche grazie agli apporti mirati di Gaia Banfi (voce) e Maria Chiara Grasso (flauto).
14/06/2025