Basilicata

Massoneria, per il legale di Taroni le devianze criminali sono da condannare

L’avvocato di Taroni (Goi) sostiene che le devianze criminali nella massoneria sono da isolare e condannare


«IL tema della distinzione tra “massoneria regolare” e “massoneria deviata” merita un chiarimento ulteriore: la massoneria, nella sua essenza autentica, resta una scuola di miglioramento morale, civile e sociale. Le devianze, ove presenti, vanno isolate e condannate con fermezza, senza tuttavia infangare l’intera Istituzione, che anzi deve rafforzare i propri meccanismi di autodifesa contro ogni rischio di degenerazione».

Parola di Francesco Lorenti, avvocato di Leo Taroni, il candidato a gran maestro del Goi che ha fatto ricorso contro l’elezione del calabrese Antonio Seminario. Taroni non può rilasciare dichiarazioni pubbliche. Chi interviene è il suo legale, dopo che un servizio sul Quotidiano ha acceso un dibattito nella massoneria, con particolare riferimento alla proliferazione di logge in Calabria e al rischio crescente di infiltrazioni criminali.

LA PROFEZIA

Un tema su cui, in un’intervista al Quotidiano, l’ex gran maestro del Goi Giuliano Di Bernardo batteva il tasto con particolare vigore, tanto da non distinguere tra massoneria deviata e regolare. Per il legale di Taroni resta fermo un principio di fondo: «nessuna istituzione, massoneria compresa, può essere sottratta al controllo della legalità e alla trasparenza dovuta verso i cittadini». Singolare che la massoneria sia definita “istituzione”. Di sicuro è un fenomeno complesso che, nel bene e nel male, ha esercitato una grande influenza sul mondo contemporaneo. Una realtà che è ovunque, e che oggi è in mano ai calabresi. E lo sarà per molto tempo, almeno questa è la profezia di un profondo conoscitore di questo mondo come Di Bernardo.

MASSONERIA E DEVIANZE CRIMINALI: GRAVI ANOMALIE

«Appare singolare — osserva l’avvocato Lorenti — che il professor Di Bernardo critichi il dottor Taroni per aver scelto di rivolgersi alla magistratura per la tutela dei suoi diritti, quando egli stesso, secondo le sue dichiarazioni, intrattenne rapporti diretti con il defunto procuratore Agostino Cordova, protagonista delle principali inchieste sul rapporto tra massoneria e criminalità organizzata. Una contraddizione evidente: non può essere biasimato chi, di fronte a gravi anomalie, decide di affidarsi alle istituzioni democratiche. Taroni, eletto da oltre seimila fratelli, ha intrapreso questo passo non per motivazioni personali, ma in ossequio al mandato ricevuto, che rischia(va) di essere tradito da manovre oscure».

CASO CALABRIA

«Parlando da calabrese – dice Lorenti – consapevole delle complesse radici storiche, sociali ed economiche della mia terra, ritengo indispensabile ribadire che la presenza della massoneria in Calabria non è di per sé un’anomalia, né tantomeno indice di deviazione. L’approccio corretto non può essere quello della demonizzazione, ma quello dell’analisi attenta, capace di riconoscere chi opera in modo corretto e chi tradisce i principi fondativi».

LEGGI ANCHE: Massoneria, primato della Calabria: almeno 3500 “fratelli” e un centinaio di logge – Il Quotidiano del Sud

Lorenti sente anche il bisogno di «smentire con forza ogni tentativo di attribuire al dottor Taroni un giudizio generalizzato o denigratorio verso la massoneria calabrese. Non vi è, nelle sue dichiarazioni, alcuna accusa indiscriminata. Il suo intento è sempre stato quello di salvaguardare l’istituzione, promuovendo trasparenza e legalità».


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