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Maskelyne, un mago al servizio di sua maestà

Sin dal principio, nella guerra che ha scandito senza tregua la sua storia, l’uomo ha reso l‘illusione e la menzogna delle fedeli alleate, impiegandole come sofisticate armi per condizionare le decisioni dell’avversario, e persuaderlo nell’andare a cercare eserciti e battaglie dove essi in non erano affatto. Non c’è stupirsi, per cui, nello scoprire che accanto alle spie furiere di menzogne e grandi depistaggi, esordirono presto o tardi figure decisamente inattese come Jasper Maskelyne: un illusionista britannico che fece “scomparire” il porto di Alessandria d’Egitto.

Un mago al servizio di sua Maestà

All’alba del Secondo conflitto mondiale, quello che forse era considerato come il più grande illusionista d’Inghilterra decise di lasciare la fortuna ottenuta dagli spettacoli di magia che portava in tournée sui più importanti palcoscenici del Commonwealth, per arruolarsi nei Royal Engineers e finire ad esibirsi – se così si può dire – dinnanzi a un pubblico a dir poco esigente: l‘avversario nazista che aveva imposto il suo giogo all’Europa intera e minacciava di invadere l’Inghilterra non appena avesse trovato il giorno adatto.

Erede di una stirpe di maghi provetti, Jasper Maskelyne era già all’apice carriera quando offrì le sue capacità all’esercito, ma carte e giochi di prestigio secondo i vertici militari non erano essenzialmente necessari allo sforzo bellico. Fu per questo che decise di far “comparireuna nave da guerra della Kriegsmarine tedesca nel Tamigi al fine di mettere a tacere ogni scetticismo e impartire agli alti papaveri di Whitehall una lezione che non avrebbero mai dimenticato: ciò che poteva comparire dal niente, poteva scomparire nel nulla. Ed era ovvio che per un simile trucco servisse un mago.

Dal Tamigi al fronte del Nord Africa

Considerato un dandy dotato dello stesso fascino di Errol Flynn e del talento ipnotico di Houdinine, Jasper Maskelyne aveva impiegato un semplice modellino e alcuni specchi per far comparire una nave da guerra nel Tamigi. Ciò fu sufficiente a ingannare i suoi esaminatori, che vedendolo proiettare il profilo di una nave che sembrava avanzare minacciosa verso Londra, acconsentirono a trasferirlo nell’intelligence militare che presto lo avrebbe assegnato a una particolare unità: la “Camouflage Experimental Section“ che si sarebbe presto guadagnata il soprannome di “Banda dei miracoli”, o semplicemente Magic Gang.

Inviato in Egitto nel 1941, Maskelyne suscitò l’interesse dell’ufficiale a capo di una fantomatica nuova sezione di intelligence che senza alcun ruolo ufficiale stava elaborando tattiche per condurre “operazioni di depistaggio” in una stanza da bagno riconvertita in ufficio presso il quartier generale britannico del Cairo. Lo stesso quartier generale dove ebbe inizio l’epopea di T.E. Lawrence. Così, dopo una breve esperienza nel MI9, la sezione dell’intelligence esperta di “fughe ed evasioni“, il mago al servizio di Sua maestà poté finalmente esibirsi in alcune delle sue performance più apprezzate: mimetizzare i carri armati con delle impalcature che li facevano sembrare dei finti camion al fine di ingannare i ricognitori dell’Afrika Korps della Volpe del deserto, il famoso e temuto generale Erwin Rommel, ma in particolar modo quella di far scomparire il porto di Alessandria agli occhi e alle bombe dell’Aviazione tedesca.

A tal fine, l’illusionista realizzò una “copia” del porto nei pressi della Baia di Maryut, poco distante dal vero porto di Alessandria, accendendo luci e innescando delle cariche esplosive appositamente disposte per attirare i bombardieri della Luftwaffe e portarli distanti dal vero bersaglio. Mentre il vero porto di Alessandra restava celato dall’oscurità concessa da un black-out ben coordinato con l’accensione dei fari nel finto porto che attirava su di se le bombe dei tedeschi che per essere sicuri di aver “centrato l’obiettivo“.

Quando il giorno dopo inviarono ricognitori, i ricognitori trovarono addirittura delle macerie ben disposte per dalla banda di Maskelyne per simulare un “successo militare” in piena regola mentre il porti di Alessandria era integro e al sicuro. I tedeschi avevano bombardato “il nulla” ma erano convinti di aver inflitto a un durissimo colpo al nemico.

Dopo il successo riscontrato ad Alessandria, Maskelyne e la sua gang, composta da un gruppo eterogeneo di individui, tra cui maghi, scenografi e ingegneri, presero parte a molte altre missioni, dalla difesa del Canale di Suez e quell’Isola di Malta, dove vennero, adottare strategia simili per tenere al sicuro strutture di importanza strategica e rifornimenti. Il mago che si era prestato all’intelligence prese parte anche all’Operazione Bertram per diretto volere del generale Montgomery, che era ormai al comando dell’Ottava Armata.

La Magic Gang si sarebbe sciolta in seguito, sebbene si ritenga che le particolari abilità di Maskelyne si celassero dietro il “finto sabotaggio” della fabbrica di aerei De Havilland nel 1943; dove per ingannare la ricognizione tedesca facendo credere che una bomba fosse esplosa all’interno della fabbrica, sarebbero state costruite delle repliche di trasformatori in legno, finti crateri di bombe e detriti, per affidare a Eddie Chapman, l’agente doppiogiochista britannico noto con il nome in codice di ZigZag, il compito di informare i tedeschi del loro successo; e dietro la famosa operazione di depistaggio che ingannò i tedeschi al preludio del D-Day nel corso dell’Operazione Fortitude, che prevedeva lo schieramento di un’armata fantasma per convincere i tedeschi di un imminente sbarco del settore del Pas de Calais.

Un illusionista e il suo segreto

Al termine della guerra Maskelyne pubblicò un’autobiografia intitolata Magic – Top Secret. In questo resoconto autobiografico il mago raccontò tutte le “incredibili imprese compiute assieme alla banda dei miracoli“. Forse calcando le tinte e rendendo il tutto più sensazionali di quanto non fosse stato nella più spietata realtà. Secondo il giudizio di alcuni storici, “buona parte dei fatti narrati dal prestigiatorenon sarebbero mai accaduti.

Il merito sarebbe stato attribuito più che altro alla A Force di Dudley Clarke, considerato il vero pioniere delle tattiche di depistaggio e disinformazione nel campo militare – a cui David Stirling deve per altro il nome della sua famosa unità di forze speciali, il leggendario Special Air Service (Sas) – che nel corso della guerra si sarebbe infatti guadagnato l’appellativo di “maestro dell’inganno”.

Secondo gli stessi storici, Clarke avrebbe semplicemente “sfruttato la fama di Maskelyne” dato che “..i soldati si trovano molto più a loro agio coi veicoli fantoccio se gli si dice che sono opera di un celebre illusionista”.

Qualunque sia la verità, la storia ci dice che Maskelyne non ricevette alcuna onorificenza ufficiale e che si ritirò con la sua famiglia in Kenya, dove perì, si dice “tra i fumi dell’alcol“, all’inizio degli anni ’70. Anche la declassificazione di dossier protetti dal segreto militare, avvenuta negli scorsi anni, non ha confermato né smentito i resoconti del mago che si è prestato alla guerra.


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