Martina Voce, accoltellata dall’ex. Non aveva voluto denunciarlo: «Non voglio rovinarlo. Qui a Oslo sono molto severi su queste cose»
«La prognosi è ancora riservata, ma le sue condizioni sono stazionarie. Siamo potuti stare con lei, nel reparto di rianimazione, un’oretta circa». Sono cariche di apprensione le parole di Antonio Voce, zio di Martina Voce, la studentessa fiorentina di 21 anni che lotta tra la vita e la morte in un ospedale di Oslo, dopo essere stata brutalmente aggredita dal suo ex fidanzato, Mohit Verma Kumar, un informatico norvegese di 24 anni di origine indiana.
La giovane, che risiede nella capitale norvegese da circa due anni per approfondire i suoi studi in Informatica, è stata accoltellata con estrema ferocia lo scorso venerdì, mentre si trovava al lavoro, come store manager, nel negozio Smak aV Italia, un punto vendita di prodotti italiani nel quartiere di Vulkan, nel centro di Oslo.
Un’aggressione improvvisa e brutale
Secondo quanto ricostruito dalla polizia e confermato dai testimoni, Mohit Verma Kumar ha fatto irruzione nel negozio poco dopo mezzogiorno, all’improvviso. Martina, che aveva deciso di chiudere la relazione già a settembre, stava lavorando quando il giovane è entrato. Subito dopo, lui ha estratto un coltello, l’ha attaccata alle spalle e le ha sferrato un colpo violento alla gola, mirando alla carotide. Poi ha continuato a colpirla, infierendo con decine di pugnalate, e raggiungendo il volto, le braccia e il resto del corpo. Martina ha cercato disperatamente di difendersi, e le sue grida hanno richiamato l’attenzione di alcuni colleghi, che sono immediatamente intervenuti, cercando di fermare l’aggressore. Un collega è riuscito a disarmarlo, e nel tentativo di bloccarlo, è stato anche lui ferito gravemente. Ma il suo intervento tempestivo ha probabilmente evitato che la situazione peggiorasse ulteriormente.
«Siamo tutti molto sconvolti. Dobbiamo ringraziare i nostri dipendenti, un norvegese e un italiano», ha dichiarato l’amministratore delegato della catena Smak aV Italia, dove Martina lavora. Anche il padre di Martina, Carlo Voce, noto avvocato fiorentino, ha sottolineato l’importanza del loro intervento: «Questi ragazzi sono stati dei santi. Senza di loro, Martina non sarebbe più in vita».
Le condizioni di Martina
Martina Voce ha riportato ferite gravissime, tra cui una lesione alla giugulare, che ha richiesto un intervento chirurgico di urgenza durato sette ore. È stata intubata e, secondo quanto riferito dai medici, le sue condizioni rimangono critiche, ma stabili. La famiglia, che si è precipitata in Norvegia per stare vicino alla ragazza, spera che la giovane possa superare questo difficile momento. «I medici ci stanno dando notizie confortanti, anche se la prognosi è ancora riservata», ha spiegato il fratello di Martina, Antonio. «Nei prossimi giorni, Martina dovrà sottoporsi ad altri interventi, alle mani e alla ferita alla guancia, ma i medici sperano che possa farcela», ha spiegato il padre, rassicurato dal fatto che l’ospedale in cui è ricoverata la figlia ha la fama di essere uno dei migliori della Norvegia.
L’aggressore, Mohit Verma Kumar, è stato arrestato immediatamente dopo l’incidente, ma a causa delle sue ferite, al momento è in coma farmacologico e non ha potuto rispondere alle domande degli inquirenti. È stato accusato di tentato omicidio, e non appena le sue condizioni di salute lo permetteranno, verrà trasferito in carcere.
Secondo il padre di Martina, l’aggressore non aveva mai dato segni di squilibrio mentale prima di quel giorno. «Era un ragazzo tranquillo, non avremmo mai pensato che potesse arrivare a tanto», ha dichiarato Carlo Voce. Nonostante Martina lo avesse bloccato su social e telefono e avesse minacciato di rivolgersi alla polizia, però, lui aveva continuato a perseguitarla. Ma lei aveva preferito non sporgere denuncia. Parlando con il padre aveva spiegato: «Lo roviniamo, poi qui a Oslo sono molto severi su queste cose. Non sta facendo nulla, non è un problema».
Nel frattempo, le autorità italiane, attraverso la Procura di Roma, che si occupa dei crimini commessi contro cittadini italiani all’estero, hanno aperto un fascicolo parallelo.
Source link