Società

Martina Colombari a Belve sul figlio Achille: «Non sono una super mamma, ho chiesto aiuto. Si trattava di mettere in sicurezza nostro figlio, anche con scelte dolorose»

Ospite di Belve, Martina Colombari è tornata a parlare del figlio Achille Costacurta, di recente finito sotto i riflettori per aver dichiarato di aver tentato il suicidio quando aveva appena 15 anni.

Martina Colombari a Belve .

Martina Colombari a Belve (ph.Stefania Casellato/Courtesy press office).

Nella puntata del 25 novembre, l’ex Miss Italia ha raccontato di quanto i problemi di Achille abbiano influito sul rapporto con il marito:«Ci ha rafforzato come coppia e come famiglia. Se si ammala un familiare si ammala tutta la famiglia». Nei momenti più difficili, Martina Colombari ha chiesto aiuto. «Non sono una super mamma. Sono una mamma che ha agito con il cuore, che ha chiesto aiuto. Si trattava di mettere in sicurezza nostro figlio, anche con scelte dolorose. Ma se tu hai un figlio con un tumore gli fai fare la chemioterapia e se hai un figlio che ha degli episodi psicotici o un suo malessere e non sai come poterlo aiutare, devi farlo fare a chi ne è competente», ha dichiarato.

Non è la prima volta che Martina Colombari si sofferma sui problemi di Achille. Lo aveva fatto anche di recente, a Ballando con le Stelle, dopo l’intervista del ragazzo al podcast One More Time, durante la quale non aveva risparmiato dettagli sulle difficoltà incontrate negli ultimi anni.

«C’è stata una strumentalizzazione delle vicende di Achille che ho trovato schifosa, soprattutto perché c’era già un giudizio: “figlio della famiglia borghese, benestanti, ricchi, chissà che vita gli avranno fatto fare”. Io questa merda me la sono tirata addosso, l’ho sentita. Io sapevo che mamma ero stata e che sono. Tanti mi additavano come la mamma sbagliata, la mamma che non ce l’ha fatta, la mamma che avrebbe dovuto accorgersene, che avrebbe potuto fare di più», ha detto Martina Colombari, ricordando come Achille sia sempre stato un bambino difficile. «Non rispettava le regole, si metteva sempre nei guai. Poi con la diagnosi della ADHD abbiamo capito a che cosa erano dovuti tutti quei comportamenti e atteggiamenti, perché con la neurodivergenza hai un cervello che funziona in un altro modo».

La diagnosi di ADHD è arrivata da poco, come sottolineato dal ragazzo nella sua intervista. Prima, ci sono stati la droga, sette Tso, un periodo trascorso in comunità e un tentativi di suicidio, con sette boccette di metadone: «Nessun medico ha saputo dirmi come io sia ancora vivo perché l’equivalente di sette boccettine di metadone sono sui 35, 42 grammi di eroina. La gente muore con un grammo», le sue parole a One More Time.


Source link

articoli Correlati

Back to top button
Translate »