“Martello di mezzanotte”. L’America attacca l’Iran. Teheran: “Conseguenze eterne”. Missili su Tel Aviv | Diretta
Non due settimane, bensì poche ore. Tanto è durata l’attesa per l’attacco Usa all’Iran. Nella notte italiana, il presidente statunitense Donald Trump ha confermato la partecipazione diretta degli Stati Uniti all’attacco contro tre impianti nucleari iraniani: Fordow, Natanz ed Esfahan. “Tutti gli aerei sono ora fuori dallo spazio aereo iraniano. Un carico completo di bombe è stato sganciato sul sito principale, Fordow. Tutti i velivoli stanno rientrando sani e salvi. Congratulazioni ai nostri grandi guerrieri americani. Nessun altro esercito al mondo avrebbe potuto fare questo. Ora è il momento della pace”, ha scritto Trump, definendo l’operazione un successo.
Secondo quanto riferito da Reuters, a condurre l’attacco sarebbero stati i bombardieri stealth B-2 Spirit dell’Aeronautica statunitense in grado di trasportare la Massive Ordnance Penetrator (MOP) — la bomba bunker-buster di profondità di cui solo gli Stati Uniti dispongono — sono decollati sabato dalla base di Whiteman, nel Missouri, in direzione della base aerea di Guam, nell’Oceano Pacifico, da cui sarebbe stata condotta l’operazione.
Il coinvolgimento diretto degli Stati Uniti rappresenta un salto significativo nella crisi mediorientale, dopo l’attacco iniziale israeliano avvenuto giovedì contro le installazioni nucleari iraniane. La risposta da parte di Teheran non si è fatta attendere: “La guerra è iniziata”, si legge in un messaggio pubblicato sull’account X associato ai Guardiani della Rivoluzione iraniana, a conferma che il conflitto ora ha assunto una dimensione apertamente bilaterale.
14:48 – Hegseth: “Colpito il programma nucleare iraniano, non era un’operazione per il cambio di regime”
Il segretario alla Difesa statunitense Pete Hegseth ha descritto gli attacchi contro i siti nucleari iraniani come un’operazione mirata, volta a neutralizzare minacce dirette agli interessi nazionali degli Stati Uniti. In conferenza stampa, Hegseth ha chiarito che l’azione non aveva come obiettivo il rovesciamento del regime di Teheran, bensì l’annientamento delle capacità nucleari del Paese.Secondo il Pentagono, tutti i sistemi d’arma utilizzati hanno colpito con precisione gli obiettivi previsti, causando danni significativi alle infrastrutture critiche del programma nucleare iraniano. Il segretario alla Difesa ha definito l’operazione “un successo travolgente”, frutto di settimane di preparazione e posizionamento strategico.
Hegseth ha inoltre elogiato la leadership del presidente Donald Trump, sottolineando come l’intervento dimostri il ritorno della deterrenza americana sulla scena globale. Pur ribadendo che Washington auspica la pace, il capo del Pentagono ha ammonito l’Iran a prendere sul serio i segnali provenienti dalla Casa Bianca
14:00 – Pechino condanna l’attacco ai siti nucleari iraniani: “Grave violazione del diritto internazionale”
La Cina ha espresso una dura condanna contro l’attacco statunitense ai siti nucleari in Iran, definendolo una “grave violazione” della Carta delle Nazioni Unite e del diritto internazionale. In una nota ufficiale pubblicata sul sito del ministero degli Esteri, Pechino ha criticato l’azione come un fattore di ulteriore destabilizzazione per il Medio Oriente, già scosso da settimane di escalation.
Tradizionalmente vicina a Teheran e attivamente impegnata nel tentativo di proporsi come mediatore regionale, la Cina ha invitato tutte le parti coinvolte, con un appello specifico rivolto a Israele, a cessare immediatamente le ostilità. Pechino ha ribadito il proprio sostegno al dialogo e alla diplomazia come uniche vie percorribili per contenere la crisi, confermando la disponibilità a collaborare con la comunità internazionale per favorire il ritorno della stabilità nella regione.
13:43 – Meloni: “Massima attenzione alla crisi mediorientale, l’Italia al lavoro per favorire il dialogo”
Di fronte al rapido deteriorarsi della situazione in Medio Oriente, il presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha riunito d’urgenza, in videoconferenza, i vertici del governo e dell’intelligence per una valutazione complessiva degli sviluppi in corso.
In un messaggio pubblicato sui social, Meloni ha sottolineato che la crisi è oggetto di un monitoraggio costante da parte dell’esecutivo, con particolare attenzione alla sicurezza dei cittadini italiani presenti nell’area, in stretto coordinamento con la Farnesina. Il governo sta inoltre valutando le ricadute economiche e strategiche del conflitto, ribadendo il proprio impegno a promuovere una soluzione diplomatica e a favorire il ritorno delle parti al tavolo dei negoziati.
13:26 – La Turchia mette in guardia: “Rischio di escalation globale, serve il ritorno ai negoziati”
Ankara ha espresso forte preoccupazione per le possibili conseguenze dell’attacco statunitense contro gli impianti nucleari iraniani, definendolo un passo che potrebbe aggravare ulteriormente il conflitto in Medio Oriente e trascinarlo su scala globale. In una dichiarazione ufficiale diffusa dal ministero degli Esteri e riportata dall’agenzia Anadolu, la Turchia ha invitato tutte le parti coinvolte a evitare ulteriori atti ostili e a sospendere immediatamente le operazioni militari. Secondo il governo turco, l’unica via percorribile per risolvere la disputa sul programma nucleare iraniano resta quella diplomatica. Qualsiasi scenario alternativo – si sottolinea – comporterebbe il rischio concreto di un’escalation incontrollabile, con pesanti costi umani e distruzione diffusa nella regione.
12:48 – Mosca condanna i raid USA, i Pasdaran minacciano ritorsioni imprevedibili
Il ministero degli Esteri russo ha espresso una ferma condanna contro gli attacchi statunitensi in Iran, avvertendo che tali azioni rischiano di intensificare l’escalation e compromettere ulteriormente la stabilità regionale e globale. Intanto, i Guardiani della Rivoluzione iraniana hanno lanciato un avvertimento diretto, affermando che Teheran è pronta a reagire con misure che andranno oltre le aspettative degli aggressori. Le forze iraniane hanno annunciato che le contromosse saranno “deplorevoli”, lasciando intendere la possibilità di una risposta militare non convenzionale.
12:30 – Teheran minaccia ritorsioni, Israele conferma il coordinamento con gli USA
A seguito dei raid statunitensi contro i principali impianti nucleari iraniani, il ministro Araghchi, ha dichiarato che l’Iran risponderà con “ogni mezzo necessario” per difendere la propria sovranità e la sicurezza nazionale. Parlando da Istanbul, ha definito l’attacco una violazione grave del diritto internazionale, affermando che l’Iran eserciterà il proprio diritto all’autodifesa fino a quando sarà necessario. Il ministro ha anche riferito di aver discusso con diversi colleghi della regione, rilevando preoccupazioni comuni e la disponibilità di alcuni a facilitare un processo di de-escalation. Tuttavia, secondo Teheran, la situazione attuale rende prioritario rispondere militarmente, senza escludere il dialogo in una fase successiva.
Nel frattempo, Israele ha confermato di aver coordinato strettamente l’operazione con Washington. Il portavoce delle Forze di difesa israeliane, Effie Defrin, ha dichiarato che la cooperazione con l’esercito statunitense si è intensificata e che rimangono ancora obiettivi militari da colpire, segnalando la prosecuzione delle operazioni congiunte nella regione.
12:00 – Teheran accusa USA e Israele di aver fatto deragliare la diplomazia nucleare
Il ministro degli Esteri iraniano Abbas Araghchi ha accusato Stati Uniti e Israele di aver compromesso deliberatamente il percorso negoziale sul nucleare, preferendo l’escalation militare. Araghchi ha anche risposto alle richieste provenienti dalle capitali europee, secondo cui l’Iran dovrebbe “tornare al tavolo delle trattative”, sostenendo che Teheran non si è mai ritirata dal negoziato e che, anzi, sono stati altri a disintegrarne le premesse con azioni unilaterali. Con l’attacco ai siti nucleari iraniani gli Usa “hanno varcato la linea rossa“, ha detto il ministro degli Esteri di Teheran, dopo aver annunciato un imminente viaggio a Mosca, dove domani è previsto un colloquio diretto con il presidente russo Vladimir Putin.
11:50 – Teheran accusa Londra e Bruxelles: “Non siamo noi ad aver abbandonato i negoziati”
Il ministro degli Esteri iraniano Abbas Araghchi ha risposto in modo polemico alle recenti dichiarazioni di Keir Starmer e Kaja Kallas, che avevano esortato Teheran a “tornare al tavolo dei negoziati”. In un messaggio pubblicato sui social, il capo della diplomazia iraniana ha rigettato l’accusa di ostruzionismo, sostenendo che l’Iran è rimasto disponibile al dialogo anche nei momenti più critici. Araghchi ha ricostruito le ultime fasi della crisi diplomatica, ricordando che la scorsa settimana erano in corso contatti con gli Stati Uniti. Nella settimana successiva, secondo la versione di Teheran, nuovi colloqui sarebbero stati avviati con il gruppo E3 (Francia, Germania e Regno Unito) e con rappresentanti dell’Unione Europea, ma sarebbero stati nuovamente interrotti a causa dell’azione militare americana.
11:28 – Israele parla di danni significativi al programma nucleare iraniano, Mosca avverte sui rischi per l’ordine internazionale
Il presidente israeliano Isaac Herzog ha affermato che il programma nucleare iraniano avrebbe subito danni rilevanti a seguito degli attacchi recenti, pur specificando di non essere a conoscenza dei dettagli operativi. Ha inoltre chiarito che la decisione finale sull’intervento militare è stata lasciata agli Stati Uniti, indicando che Tel Aviv non avrebbe esercitato una pressione diretta sull’amministrazione Trump per colpire Teheran.
Dall’altro lato, Mosca ha espresso preoccupazione per le implicazioni legali e geopolitiche delle azioni israeliane. Il ministro degli Esteri russo Sergej Lavrov ha messo in guardia contro un’interpretazione unilaterale del diritto all’autodifesa, evidenziando che aggirare le disposizioni della Carta delle Nazioni Unite rischia di minare le fondamenta dell’ordine internazionale, aprendo la strada a una dinamica di caos incontrollato. La dichiarazione russa riflette la crescente tensione diplomatica intorno al conflitto e il timore che l’assenza di un quadro normativo condiviso possa accelerare la frammentazione delle regole globali.
10:37 – Washington avrebbe avvisato Teheran prima degli attacchi. L’Iran accusa l’AIEA di complicità
Secondo quanto rivelato da Amwaj.media, l’amministrazione statunitense avrebbe avvisato l’Iran degli imminenti attacchi contro i suoi siti nucleari. Una fonte iraniana di alto livello, citata in forma anonima, ha confermato che il 21 giugno Washington avrebbe comunicato informalmente a Teheran l’intenzione di evitare uno scontro su larga scala, limitando i bombardamenti ai tre impianti di Fordow, Isfahan e Natanz. La stessa fonte ha aggiunto che le strutture erano già state evacuate e che gran parte delle scorte di uranio arricchito era stata trasferita in località sicure prima dell’attacco.
Nel frattempo, l’Iran ha sollevato pesanti accuse contro l’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica (AIEA), ritenuta complice passiva nell’operazione militare. Il capo dell’Organizzazione iraniana per l’Energia Atomica, Mohammad Eslami, ha inviato una lettera formale al direttore generale dell’AIEA, Rafael Grossi, denunciando il presunto silenzio e l’inerzia dell’Agenzia. Nel documento, Teheran annuncia l’intenzione di intraprendere azioni legali attraverso i canali internazionali competenti, ritenendo l’attacco un atto di aggressione contro la propria sovranità, e la mancata condanna da parte dell’AIEA come una forma di complicità istituzionale.
10:00 – Teheran minimizza i danni: “Nessun rischio radiologico a Fordow”
Le autorità iraniane stanno cercando di ridimensionare l’impatto degli attacchi statunitensi ai siti nucleari. Secondo fonti istituzionali e media statali, gli impianti non avrebbero subito danni significativi e non ci sarebbero rischi di contaminazione per la popolazione.Un parlamentare della provincia di Qom, dove si trova il sito di Fordow, ha dichiarato all’agenzia semiufficiale Fars che l’impianto non è stato seriamente colpito. L’Organizzazione iraniana per l’energia atomica ha confermato l’assenza di dispersione radioattiva e ha rassicurato sull’incolumità degli abitanti delle aree circostanti.
Anche la televisione di Stato ha contribuito a rafforzare il messaggio, spiegando che i tre siti nucleari erano stati evacuati preventivamente e che le scorte di uranio arricchito erano già state trasferite in località sicure. Secondo la stessa fonte, i materiali sensibili erano stati rimossi da tempo, riducendo di fatto il rischio di radiazioni in caso di bombardamento. Il vicegovernatore di Qom, Morteza Heidari, ha inoltre precisato che l’attacco a Fordow ha interessato solo una sezione dell’impianto, grazie all’attivazione del sistema di difesa aerea dispiegato nell’area.
09:55 – Aiea convoca riunione straordinaria. Proseguono i raid israeliani in Iran: colpite Qom e Tabriz
Alla luce dell’escalation militare in Iran e dei recenti attacchi contro strutture nucleari, l’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica (AIEA) ha annunciato la convocazione di una riunione urgente del suo Consiglio dei Governatori. Lo ha comunicato il direttore generale Rafael Grossi, dichiarando che l’incontro si terrà nella giornata di domani.
Nel frattempo, continuano le operazioni militari israeliane sul territorio iraniano. Secondo fonti ufficiali locali, un nuovo attacco ha colpito una base delle Guardie Rivoluzionarie nella città di Qom, a sud della capitale Teheran, causando la morte di quattro membri del corpo e il ferimento di altri due. La notizia è stata diffusa dal portavoce del dipartimento di gestione delle crisi della provincia, Morteza Heidari, citato dall’agenzia Mehr. Un secondo raid avrebbe preso di mira anche un centro di addestramento delle Guardie nella città di Tabriz, nel nord-ovest del Paese, provocando quattro morti e diversi feriti.
09:30 – Teheran minaccia ritorsioni navali: possibili attacchi contro navi USA e chiusura dello Stretto di Hormuz
In risposta all’attacco statunitense, l’Iran intensifica la propria retorica militare e minaccia un’azione diretta contro le forze navali occidentali nella regione. Tra le ipotesi ventilate, figura il lancio di missili contro la flotta americana dislocata in Bahrein e la chiusura dello Stretto di Hormuz al traffico marittimo di Stati Uniti, Regno Unito, Germania e Francia. Le dichiarazioni provengono da Hossein Shariatmadari, direttore del quotidiano ultraconservatore Kayhan, testata considerata allineata con le posizioni dell’establishment iraniano e storicamente vicina alla Guida Suprema, Ali Khamenei. In un messaggio rilanciato via Telegram, Kayhan ha espresso il sostegno a un’escalation immediata, sottolineando la necessità di una risposta militare senza esitazioni.
09:21 – Starmer e Tajani sollecitano una ripresa del dialogo con l’Iran dopo gli attacchi USA
Dopo l’attacco condotto dagli Stati Uniti contro i principali impianti nucleari iraniani, crescono da parte europea gli appelli al ritorno della diplomazia. Il primo ministro britannico Keir Starmer ha ribadito che la comunità internazionale non potrà mai accettare un Iran dotato di armi nucleari e ha definito legittimo l’intervento americano come misura per attenuare una minaccia ritenuta concreta.
Anche il ministro degli Esteri italiano Antonio Tajani ha espresso l’auspicio che l’Iran possa riconsiderare la propria posizione. In una dichiarazione televisiva, ha confermato che Roma era pronta a ospitare un incontro diretto tra delegazioni statunitensi e iraniane, senza mediazioni. Tajani ha ricordato che, nei giorni precedenti all’attacco, il governo iraniano sembrava orientato a mantenere una linea intransigente, escludendo l’opzione del dialogo. Secondo il vicepremier, l’azione militare americana potrebbe ora rappresentare un punto di svolta, spingendo Teheran a rivedere la propria strategia.
09:00 -Teheran accusa Washington: “Una guerra pericolosa, la diplomazia è stata tradita”
Il ministero degli Esteri iraniano ha accusato gli Stati Uniti di aver avviato una “guerra pericolosa” colpendo gli impianti nucleari del Paese, mentre era ancora in corso un processo diplomatico. La denuncia è stata diffusa attraverso l’agenzia semiufficiale Tasnim, che riporta una dura presa di posizione contro quella che Teheran definisce una “palese violazione della Carta delle Nazioni Unite e del diritto internazionale”.
Sul fronte internazionale, intanto, Londra ha precisato la propria posizione: il Regno Unito non avrebbe fornito alcun tipo di supporto militare né avrebbe messo a disposizione strutture per l’operazione condotta dagli Stati Uniti. Fonti britanniche confermano che nessuna risorsa del Regno è stata coinvolta nell’attacco. Il primo ministro Keir Starmer ha commentato gli eventi sottolineando che il programma nucleare iraniano rappresenta una seria minaccia alla sicurezza globale.
08:37 – I Pasdaran minacciano ritorsioni: “Le basi americane in Medio Oriente saranno colpite”
In risposta agli attacchi statunitensi contro i siti nucleari iraniani, i Guardiani della Rivoluzione hanno lanciato un duro avvertimento, annunciando gravi conseguenze per gli interessi americani nella regione. In un comunicato, il corpo d’élite iraniano ha dichiarato che le basi militari statunitensi in Medio Oriente sono ora obiettivi legittimi e verranno “trasformate in cenere”, accusando Washington di aver oltrepassato una linea rossa.
I Pasdaran hanno inoltre rivendicato di aver già messo in atto una risposta armata, utilizzando missili balistici a lungo raggio — sia a combustibile liquido che solido — equipaggiati con testate ad alta capacità distruttiva e accompagnati da nuove tattiche pensate per eludere i sistemi di difesa avversari.
08:05 – Teheran rivendica attacchi contro obiettivi strategici in Israele
L’Iran ha annunciato di aver colpito una serie di obiettivi strategici in territorio israeliano, tra cui l’aeroporto internazionale Ben Gurion, il centro nazionale per la ricerca biologica, strutture logistiche e postazioni di comando e controllo. La dichiarazione rientra nell’ambito della risposta militare iraniana all’escalation in corso, ma al momento non sono disponibili conferme indipendenti sull’entità dei danni inflitti.
08:00 – Nuovi raid israeliani contro obiettivi militari in Iran occidentale
Le Forze di difesa israeliane hanno annunciato di aver condotto una nuova ondata di raid aerei contro obiettivi militari iraniani situati nell’ovest del Paese. Secondo quanto riferito, gli attacchi avrebbero colpito e distrutto sistemi di lancio missilistico utilizzati nell’offensiva iraniana della mattinata. Le autorità israeliane affermano inoltre che nell’operazione sono rimasti uccisi diversi militari iraniani.
7:22 – Nessun aumento di radiazioni rilevato finora, ma la crisi si allarga: Houthi e Iran reagiscono agli attacchi USA
L’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica (AIEA) ha dichiarato che, al momento, non sono stati rilevati aumenti nei livelli di radiazioni nei tre impianti nucleari iraniani colpiti durante gli attacchi statunitensi. In una nota ufficiale, l’organismo dell’ONU ha aggiunto che continuerà a monitorare la situazione e fornirà ulteriori aggiornamenti “non appena saranno disponibili nuove informazioni”.
Nel frattempo, le conseguenze geopolitiche dell’operazione americana iniziano a manifestarsi su più fronti. Mohammed al-Buheiti, esponente del politburo del movimento yemenita Houthi, ha annunciato che le forze del gruppo inizieranno a colpire obiettivi militari statunitensi nel Mar Rosso come risposta agli attacchi contro l’Iran. Parallelamente, l’Iran ha lanciato un’offensiva missilistica contro Israele, rivendicando il lancio di 30 missili nelle ore successive all’attacco americano. La notizia è stata diffusa dai media statali iraniani, che hanno parlato di una risposta diretta a quella che Teheran considera un’aggressione ai suoi impianti nucleari civili.
7:00 – Teheran accusa Washington: “Violata la Carta dell’ONU, conseguenze eterne”
L’Iran ha condannato con fermezza gli attacchi statunitensi contro i suoi impianti nucleari, definendoli una “grave violazione” del diritto internazionale e della Carta delle Nazioni Unite. In un comunicato diffuso attraverso i canali ufficiali, il ministro degli Esteri Abbas Araghchi ha denunciato l’azione come un atto illegale e pericoloso, compiuto da uno dei membri permanenti del Consiglio di Sicurezza dell’ONU. Secondo le autorità iraniane, il bombardamento dei siti nucleari rappresenta non solo un attacco militare, ma anche un colpo diretto all’integrità degli accordi multilaterali, in particolare al Trattato di non proliferazione nucleare (TNP), cui Teheran aderisce ufficialmente. Il governo iraniano ha avvertito che gli attacchi avranno “conseguenze eterne” e ha esortato gli altri Stati membri delle Nazioni Unite a prendere posizione contro quella che ha definito “una condotta criminale e destabilizzante”.
L’operazione militare, secondo fonti americane citate dalla CNN, è stata condotta con sei bombardieri stealth B-2 che hanno sganciato un totale di 12 bombe bunker buster sul sito sotterraneo di Fordow, mentre altri due ordigni dello stesso tipo avrebbero colpito il sito di Natanz. Contemporaneamente, 30 missili da crociera TLAM (Tomahawk Land Attack Missiles) sono stati lanciati da sottomarini statunitensi contro gli impianti di Natanz e Isfahan.
6:30 – Netanyahu rivendica il coordinamento con gli USA: “Colpiti i siti nucleari iraniani”
Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha rivendicato il pieno coordinamento con gli Stati Uniti nell’attacco condotto contro i tre principali impianti nucleari dell’Iran. Secondo quanto comunicato da Tel Aviv, l’operazione si è svolta in sinergia sia politica che militare con Washington, ed è stata presentata come la concretizzazione di una strategia annunciata da tempo. Netanyahu ha sottolineato che la distruzione degli impianti nucleari iraniani rientrava negli obiettivi dichiarati fin dall’inizio del conflitto, apertosi il 13 giugno con l’offensiva israeliana.
Dall’Iran, intanto, è arrivata una prima valutazione tecnica. Le autorità hanno riferito che, dopo gli attacchi, non sono stati rilevati livelli anomali di radioattività. Il Centro per la sicurezza nucleare, organismo che opera sotto l’Organizzazione per l’Energia Atomica iraniana, ha reso noto che non esistono rischi per la popolazione residente nelle aree adiacenti ai siti colpiti.
5:10 – Attacco mirato a Fordow: i B-2 sganciano bunker buster, cruise contro Natanz e Isfahan
Secondo quanto riportato dall’anchor di Fox News, Sean Hannity, e confermato dallo stesso presidente Trump in una telefonata diretta, sei bombe penetranti bunker buster da 14 tonnellate sono state sganciate dai bombardieri stealth B-2 dell’Air Force statunitense contro l’impianto nucleare sotterraneo di Fordow. Contemporaneamente, altri due siti strategici del programma nucleare iraniano — Natanz e Isfahan — sono stati colpiti da 30 missili da crociera Tomahawk, lanciati da sottomarini americani posizionati a circa 650 chilometri di distanza, nel Golfo.
“Ringrazio i patrioti americani che hanno portato le nostre straordinarie macchine da guerra nei cieli dell’Iran”, ha dichiarato Trump, ribadendo il
sostegno al personale militare coinvolto nell’operazione. “Ci sono ancora numerosi obiettivi da colpire”, ha aggiunto, “ma adesso è il momento della pace. Se non ci sarà pace, continueremo con nuovi attacchi”.
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