Salute

Mario Carotenuto – Il “commendatore” della commedia all’italiana, attore dei record (152 film in carriera) celebrato con libro e convengo

Occhialoni dalla montatura spessa, pupille roteanti a fulminare lo spettatore, ciuffo bianco, gestualità esibita e completo d’ordinanza . L’intramontabile Mario Carotenuto, il celebre “commendatore” della commedia all’italiana, viene celebrato a trent’anni dalla sua morte in un convegno curato da Andrea Pergolari che si sta svolgendo in queste ore nelle sale del Campidoglio a Roma.

Carotenuto detiene il record di film interpretati in carriera, più di Sordi, Gassman o Mastroianni: 152 in quasi cinquant’anni di cinema. Da soldato sullo sfondo in Giarabub di Alessandrini (1942) a Romanzo di un giovane povero di Ettore Scola (1994), passando per Colpo gobbo all’italiana (di cui fu soggettista e sceneggiatore), Lo scopone scientifico, Fiorina la vacca, Febbre da cavallo e Paulo Roberto Cotechino centravanti di sfondamento.

Caratterista per modo di dire, Carotenuto fu, come ha spiegato di recente Enrico Vanzina, “un grande attore, un attore proprio come dev’essere l’attore, che poteva fare Brecht e passare a una commedia con la Melato e Pozzetto con la stessa intensità, con la stessa capacità, con la stessa caparbietà”. Corpulento, versatile, travolgente, Carotenuto arrivò dalla rivista e si fece cinema in quell’incredibile momento popolare che fu il decennio dei cinquanta diventando, con la figura del commendatore, dell’industrialotto, del marito riccastro, il contrappunto di quell’italiano medio protagonista del cinema italiano del dopoguerra.

“Fu il piccolo o piccolissimo borghese degli anni ‘50 e poi invece un borghese un po’ più ricco dopo gli anni del boom economico […] quello che abita nei quartieri più alti, o che si dà un tono, quello fortunato, nato con la camicia, simpatico, accomodante e di una bravura pazzesca, insomma l’essenza della commedia italiana”, ha spiegato Marco Giusti. Un attore talmente poliedrico che per essere compresso, riassunto e raccontato in un volume (quasi 600 pagine) la sua carriera deve essere separata per generi progressivi più che in ordine rigorosamente cronologico. Come scrive, appunto, Domenico Palattella, autore di Il commendatore della commedia all’italiana (Edizioni Il Foglio), Carotenuto va analizzato per blocchi: “i primi film, la commedia d’autore anni ’50 e ’60, la commedia comica contemporanea anni ’50 e ’60; la commedia turistico-balneare, i musicarelli, i ruoli drammatici, i film stranieri, i film in costume; il sodalizio artistico con il regista Steno (Stefano Vanzina), la commedia comica contemporanea anni ’70 e ’80, la commedia sexy”.

Del resto l’aneddoto più gustoso lo riserva proprio Dino Risi, con il suo pungente distruttivo sarcasmo verso colleghi del cucuzzaro, con cui Carotenuto aveva girato Pane amore e… (mostruoso successo commerciale, Carotenuto è il prete Don Matteo, fratello del maresciallo protagonista Vittorio De Sica), Poveri ma belli e Il mattatore: “Tre ruoli diversi, da lui ricoperti senza nessun problema. Per questo avevo pensato a lui anche per Una vita difficile e soprattutto per Il sorpasso, che sono a detta di tutti i miei film migliori. Come mai non c’è? Perchè in entrambi i casi l’ho chiamato e lui fu molto gentile ma rifiutò: sai Dino, mentre faccio un film con te io ne faccio quattro o cinque con Girolami o con Simonelli, e guadagno molto di più, a me i soldi servono… Non c’è stato verso, lui era fatto così”.

Curioso che Carotenuto esordì (Giarabub) e concluse (Romanzo di un giovane povero) la sua carriera condividendo il set con Sordi che però ebbe una certa paura di lui e della sua classe, come ricorda la figlia Claretta, tanto che sul set di Lo scopone scientifico (1972) si fece di nebbia: “Ebbene il giorno in cui bisognava girare la famosa scena del Professore (interpretato da mio padre) che mangiava la minestra in casa di Peppino (Sordi) e Antonia (Mangano), Sordi si dette malato e non si presentò, così, invece di essere lui a dare le battute a mio padre, dovette essere l’aiuto regista a leggerle, il che non è la stessa cosa”.

Infine, Carotenuto affrontò con frenetico piglio, rispetto per la professione e l’industria del cinema italiano, l’incredibile peculiare periodo del filone boccaccesco dei primi settanta e quello della commedia sexy di fine settanta inizio ottanta. Con L’insegnante (1975), di Nando Cicero, “che rimane la pellicola capostipite delle tante commedie sexy che vedevano poliziotte, supplenti, liceali, soldatesse e dottoresse abbandonarsi alle voglie di giovani in fregola”, Carotenuto oramai vegliardo troneggia tra mutandine, buchi della serratura, arrapamenti scollacciati diventando “uno dei quattro storici protagonisti maschili della commedia sexy, insieme a Renzo Montagnani, Lino Banfi e Alvaro Vitali”. Marchio indelebile tanto da finire in anni recenti con quegli occhialoni che si animano nella storica sigla del programma tv Stracult di Marco Giusti.


Source link

articoli Correlati

Back to top button
Translate »