Piemonte

“Mancano i mediatori culturali” – Torino Oggi


Il 2024 si chiude con una fotografia impietosa della situazione nelle carceri piemontesi. I numeri più drammatici sono quelli sul sovrappopolamento delle 13 strutture in tutta la Regione: i detenuti sono il 120% rispetto alla capienza prevista di 3.979 posti, a cui vanno tolti i 241 non disponibili alla data del 16 dicembre, la maggior parte tra Alba, Cuneo e Vercelli. Le presenze, registrate al 30 novembre, sono invece 4.500. Quel 120% di persone detenute in più, che genera enormi problemi quotidiani nelle condizioni di vita dei carcerati e anche degli agenti di polizia disposti a gestirli, tocca cifre ancora più alte nelle carceri di Biella, Ivrea, Torino e tocca punte del 145% a Alba, Alessandria San Michele, Verbania e raggiunge il record di 162% a Vercelli.

I numeri sono parte del nono Dossier redatto dai 13 Garanti delle persone limitate della libertà personale e coordinato dal Garante regionale Bruno Mellano, che ha comunque voluto essere ottimista guardando ai finanziamenti che devono ancora essere spesi. “C’è un cassetto a Roma – ha spiegato – con 250 milioni di euro pronti. Parte di questi sono destinati a Torino: 12,5 milioni per intervenire sul padiglione C del Lorusso Cutugno e 25 milioni per l’istituto minorile Ferrante Aporti. Con la nomina del nuovo commissario straordinario per l’edilizia penitenziaria Marco Doglio abbiamo un interlocutore almeno fino al 31 dicembre 2025“.

A emergere dal dossier, però, sono anche altri problemi comuni a molte delle carceri piemontesi. Ad esempio, mancano i mediatori culturali, figure chiave per la crescente presenza di detenuti stranieri che in alcuni casi nemmeno parlano l’italiano: sono assenti a Cuneo, dove il 67% dei carcerati non è madrelingua italiano. Pesante anche l’assenza delle figure dei dirigenti, degli ispettori e dei sovrintendenti: a Cuneo gli ispettori sono 2 su 21 previsti e i sovrintendenti 7 su 25, a Vercelli addirittura 1 su 30. Sconcertante il numero di decessi in carcere per atti suicidi nel 2024: sono 88 al 24 dicembre, superato il triste record del 2022. Di questi, 7 sono avvenuti in Piemonte, ultimo dei quali quello di Luca Lunardi, impiccato nel carcere di Alessandria lo scorso 15 dicembre. Come riferito da Mellano, sono in aumento anche gli atti autolesionisti, spesso tentativi di suicidio interrotti in tempo.

I Garanti, per evitare la recidiva, chiedono di potenziare le attività lavorative e di formazione interne al carcere, unica via per evitare che le persone tornino a delinquere. “Le carceri italiane hanno una recidiva del 65% – ha commentato Pietro Luca Oddo, Garante di Vercelli – ma dove lavorano è del 13% e quindi è questa la strada da percorrere“.

Questo problema si estende anche ai minori: al Ferrante Aporti di Torino, come spiegato dal sindaco Stefano Lo Russo a margine dell’evento di presentazione dei progetti del 2025, le tempistiche di detenzione non permettono ai giovani di ottenere le ore necessarie a alcuna certificazione o di compiere tirocini o apprendistati formativi. “Al Ferrante Aporti – ha dichiarato – la situazione è rientrata dopo le vicende di questa estate, ma è evidente che sconta elementi di sistema che vanno affrontati. Come la questione dell’inserimento lavorativo di questi ragazzi che hanno periodi di permanenza che non consentono di avere il numero di ore formative per avere la certificazione riconosciuta dalla Regione Piemonte, siamo in un paradosso. Non possono uscire per fare pratica, servirebbe un cambio di normativa che consentisse loro di poter uscire, sarebbe un punto di innovazione incredibile“.




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